Pogba, sponsor, Superlega e Marotta: gli interventi più curiosi degli azionisti Juve

Come ogni anno i piccoli azionisti sono intervenuti durante l’assemblea per l’approvazione del bilancio, tra attacchi, riflessioni e consigli.

Pogba
Paul Pogba (Foto: Valerio Pennicino/Getty Images)

È andata in scena anche quest’anno l’assemblea degli azionisti della Juventus, classico appuntamento del mese di novembre in cui i soci del club bianconero si ritrovano per l’approvazione del bilancio. Un esercizio – quello chiuso il 30 giugno 2024 – che ha fatto registrare un rosso pesante di oltre 199 milioni di euro, ma sul quale hanno pesato fattori di rilievo, su tutti la mancata partecipazione alle coppe europee.

Come in tutte le assemblee della Juventus non sono mancati gli interventi dei piccoli azionisti, che – sulla falsa riga di quanto è sempre accaduto – non hanno lesinato critiche (a volte anche piuttosto dure nei toni), domande sulle questioni più spinose e inviti ad agire nei confronti dei dirigenti bianconeri, spesso a tutela del brand Juventus, che in loro opinione spesso non è stato adeguatamente difeso.

I temi toccati sono stati diversi, dal futuro di Paul Pogba alla ricerca di uno sponsor di maglia, passando per questioni legate alla Next Gen (la formazione Under 23 della Juventus) e addirittura la Superlega. Non sono mancati neanche riferimenti a dirigenti di altre squadre, come il presidente dell’Inter Giuseppe Marotta, in riferimento al quale un piccolo azionista ha detto a Scanavino e Ferrero: «Voi siete convinti che la Marotta League sia un campionato regolare?».

L’azionista Salvatore Cozzolino, tra gli altri, ha esordito dicendo che «con 180 milioni di follower non abbiamo uno sponsor di maglia, perché noi abbiamo la reputazione di una società che non difende il proprio marchio mai. Sia dal punto di vista sportivo, sia da quello giudiziario. O i 180 milioni di follower sono fantasmi, oppure il nostro brand vale. Spiegateci perché non riusciamo a trovarlo».

Un altro azionista ha chiesto invece chiarimenti sulla Next Gen, cercando di capire se il progetto sia destinato a rimanere vivo anche in caso di retrocessione (la squadra è penultima ad ora nel girone C della Serie C). «E mi raccomando, tenete d’occhio la Superlega. C’è una sentenza che dice che si può fare e i dirigenti degli altri club sono già pronti a saltare sul carro. Se non ci fossimo noi diventerebbe il carro più importante per i media», ha aggiunto.

A molti soci del club bianconero non è piaciuto l’intervento del presidente Ferrero, criticato per avere «spiegato cos’è la Juventus». L’azionista Andrea Danubi ha sottolineato che «dobbiamo trovare un vulnus bianconero che manca da tempo e che non è rappresentato dall’attuale proprietario e dai dirigenti. L’identità di un club va mantenuta negli anni e disperderla è un delitto, come un delitto è non difenderla da attacchi di ex calciatori e media».

C’è poi chi come Luca Rivoira ha rimarcato la scarsa «difesa del brand, come strumento potremmo usare il silenzio stampa, come difesa light». Lo stesso azionista ha toccato anche la questione Paul Pogba, proponendo un atto di fiducia nei confronti del calciatore, che a marzo rientrerà dopo la squalifica per doping: «Pogba ha detto di essere disposto a ridursi lo stipendio per giocare da noi. Io proporrei di prendere le sue parole letteralmente, farlo giocare fino a giugno e poi magari provare a venderlo creando una plusvalenza interessante come accaduto con lo stesso Pogba anni fa».

Infine, anche Pierangelo Carnevali si è soffermato sul brand Juve, senza lesinare critiche alla dirigenza: «Entrare qua e sentirmi spiegare cos’è la Juventus mi ha dato fastidio. Il club è fatto da noi azionisti e dai tifosi, e deve vincere ma deve essere anche difeso. Si sta facendo una guerra dal punto di vista bilancistico e forse anche legale, ma di sicuro una cosa la state sbagliando: non ci state difendendo in tv e sui giornali».