Le indagini sul caso dossieraggi, più precisamente sul gruppo di hacker che lo ha reso possibile, si sono intrecciate con quelle della Procura di Milano sul tifo organizzato di Inter e Milan.
Come riporta l’edizione odierna del La Repubblica, si prospettava un possibile scontro tra il gruppo di Equalize e la fazione degli ultras delle curve, scontro che poteva scatenarsi quando l’agenzia fondata da Enrico Pazzali mostrò interesse a prendere il controllo di un parcheggio a San Siro.
Tuttavia, il progetto si bloccò quando il gruppo scoprì che i veri gestori del business erano «soggetti occulti che ne dividono la gestione», cioè i capi degli ultras, recentemente coinvolti nell’inchiesta “Doppia curva” della Direzione distrettuale antimafia di Milano. Negli atti dell’indagine del pm Francesco De Tommasi emerge ciò che i carabinieri di Varese definiscono come «un tentativo di estorsione nei confronti dell’Inter e di Moratti», allora presidente del club.
Uno dei principali sostenitori del progetto parcheggi appare Carmine Gallo, un ex superpoliziotto ora agli arresti domiciliari, che parla con entusiasmo della «rete di contatti messa in campo per l’affare». «Ho coinvolto anche un mio amico della polizia di Stato», afferma a Pierfrancesco Barletta, che aveva lasciato Equalize nel 2021.
Tuttavia, lo stesso Barletta spegne gli entusiasmi. Con un passato da dirigente nell’Inter, Barletta parla di Vittorio Boiocchi, storico capo della curva nerazzurra, ucciso due anni fa, che gestiva il business dei parcheggi dello stadio. «L’ho arrestato molte volte», ricorda Gallo.
Gli inquirenti menzionano poi «il tentativo di estorsione messo in atto contro di lui (Barletta, ndr), Moratti e la società Inter da Mauro Russo», un noto ultrà interista e gestore dei parcheggi di San Siro fino all’indagine sulle curve, quando il club cercò di allontanarlo dallo stadio. Barletta in merito, ricorda: «Russo mi chiamò, fu una conversazione pesante… Quando lo mandai via, mi disse: “se le auto prendono fuoco, se il tuo presidente vede le macchine danneggiate nel parcheggio, sappi che hai sbagliato a mandarci via…” E io risposi: hai fatto bene a dirmelo, perché il giorno in cui le auto bruceranno, andrò in procura e dirò che Mauro Russo me l’aveva anticipato…».
Ascoltate le testimonianza dell’amico, Gallo incassa e afferma: «Va bene… ora ci penso io… ora ci penso io…». Alla fine, lo scontro tra i due gruppi non avviene. Tuttavia, Mauro Russo, insieme al fratello Aldo e a Gherardo Zaccagni, viene indagato nell’inchiesta che, meno di due mesi fa, ha smantellato il potere ultras sulle curve. Il progetto parcheggi sfuma, ma restano molti altri affari scoperti dalla recente indagine degli investigatori in merito al caso dossieraggi, che ha visto parte in causa molti esponenti dello sport e della politica, passando per elementi dell’imprenditoria italiana.