Il Prefetto di Milano ha risposto no all’Alcione sulla possibilità di disputare all’Arena Civica di Milano le partite del campionato di Serie C 2024/25. Dopo la storica promozione nella serie più bassa del professionismo, la terza squadra di Milano deve abbandonare il centro Kennedy e il suo obiettivo era quello di giocare nel glorioso impianto cittadino, dove ha casa anche l’Inter femminile.
Dove gioca Alcione – Fiorenzuola scelta come sede
Tuttavia, al momento dell’iscrizione, l’Alcione – spiega La Gazzetta dello Sport – ha dovuto indicare una sede alternativa. E l’unica disponibile è stata Fiorenzuola d’Arda. Milano e la Lombardia non sono state in grado di garantire un impianto a norma per giocare in Serie C, così ci si è dovuti spostare in Emilia Romagna.
In città l’unico stadio a norma è il Meazza. L’Alcione così deve traslocare addirittura in provincia di Piacenza per vivere la sua prima stagione tra i professionisti. Ma non si arrende. Marcello Montini, uno dei due presidenti insieme a Giulio Gallazzi, spiega: «Il sindaco Sala ci ha ricevuto a Palazzo Marino insieme all’assessore Marina Riva e hanno assicurato piena collaborazione per trovare una soluzione e ci contiamo».
Dove gioca Alcione – Pronti investimenti per l’Arena
«Siamo disposti ad accollarci tutte le spese per illuminazione, videosorveglianza e il resto, alla Lega Pro basta una capienza da 1.500 posti. Però il primo tavolo di lavoro è andato male. A breve ne avremo un altro e contiamo in un esito positivo. Posso capire che alcune partite possano interessare tifoserie importanti, ma tutte le altre avranno un seguito al massimo di 500 persone e speriamo di poterle giocare all’Arena, tenendo quelle più a rischio a Fiorenzuola», ha aggiunto ancora.
In Serie C sono parecchi i casi di società senza uno stadio a norma che sono costrette a emigrare, ma quello dell’Alcione è un caso diverso, perché lo stadio c’è ed è uno dei più affascinanti impianti italiani, visto che all’Arena di Milano è praticamente nato il nostro calcio. Ci sono anche la volontà e la disponibilità dei privati di adeguarlo alle norme. Resta da capire se la burocrazia negherà questa possibilità.