«Il rinnovo non è la priorità: ho un contratto e un legame molto forte. Abbiamo vissuto giornate incredibili, adesso ci prenderemo qualche giorno di vacanza. È stato durissimo, anche se con i risultati la fatica non l’abbiamo sentita. Tra qualche giorno, inizieremo a pensare alla prossima stagione e ci ripresenteremo con una partita il 14 agosto contro il Real Madrid in Supercoppa».
Così l’allenatore dell’Atalanta Gian Piero Gasperini ha parlato dopo la sconfitta per 3-2 in casa contro la Fiorentina. Una sfida – sostanzialmente inutile ai fini della classifica – che ha messo fine alla straordinaria stagione dell’Atalanta, culminata con il trionfo in Europa League per 3-0 ai danni del Bayer Leverkusen.
Il tecnico ha poi risposto a una domanda su come si possa colmare il divario con le big per lo Scudetto: «Un modo è fare un miliardo di debiti facendo contratti incredibili, oppure non vendendo i giocatori migliori e comprando. La terza è guardando quello che sei con ambizione, con la lucidità di capire come va il mondo. Altrimenti sono solo parole che riempiono la bocca».
L’allenatore dei bergamaschi ha poi rincarato la dose questa mattina, in un’intervista a Radio Anch’io Sport. Il tema dei debiti non riguarda «solo l’Inter. In Europa, da Inghilterra e Spagna, in Francia, forse non in Germania con il Bayern sempre molto attento, ci sono tante squadre che vincono con alle spalle queste condizioni economiche. Poi se lo possono anche permettere, perché hanno anche un bacino tale di attenzione e di possibilità di recuperare certi debiti».
«L’Atalanta non può assolutamente pensarci. Ma vale così per tantissime squadre, L’insostenibilità del calcio in Europa ha creato un sacco di problemi, ha portato a cercare di fare la Superlega, ha portato a una nuova Champions diversa, sempre però con una motivazione sullo sfondo: avere molti più soldi che poi alla fine non bastano mai», ha proseguito.
«L’esempio dell’Atalanta è unico non perché ha vinto l’Europa League, ma perché ha vinto in queste condizioni economiche così sane. Ma non è la realtà dell’Inter, riguarda tutta Europa. Centinaia di milioni di differenza tagliano fuori tutto il resto delle squadre. Per questo quello che abbiamo fatto, come il Leicester qualche anno fa, è difficilmente ripetibile», ha concluso.