I club di Premier votano a favore del salary cap: ma tre big si oppongono

Si attende ora il via libera il prossimo giugno al nuovo sistema di controllo dei costi: ecco come funzionerà.,

Premier League arresti
(Foto: Michael Regan/Getty Images)

La Premier League è pronta ad introdurre un sistema di tetto salariale, dopo il primo via libera da parte dei club nel corso di una assemblea andata in scena oggi. In particolare, le società del massimo campionato inglese hanno concordato di voler stabilire un limite su quanto possono spendere, con il tetto basato su quanto guadagna il club che incassa di meno dalla vendita dei diritti televisivi.

Una votazione non all’unanimità, tuttavia, visto che sono stati 16 i voti a favore sui 20 club presenti: a votare contro sono state Manchester City, Manchester United e Aston Villa, mentre il Chelsea si è astenuto. Tra le big, quindi, a favore ci sono Arsenal, Liverpool e Tottenham in particolare.  Nel caso in cui venisse introdotto il sistema di salary cap, sarebbe una prima volta nella storia della Premier League: la decisione ora sarà portata all’Assemblea Generale Annuale (AGM) che andrà in scena a giugno, quando potrebbe essere definitivamente approvato con l’ipotesi addirittura possa entrare in vigore già dal 2025/26.

Come dovrebbe funzionare il tetto salariale? L’ipotesi è di fissare il tetto a un valore multiplo rispetto al club che incassa meno dalla vendita dei diritti televisivi. Ad esempio, il Southampton nel 2022/23 ha incassato 103,6 milioni di sterline dai diritti tv distribuiti dalla Premier League: se il limite fosse fissato a 5 volte quella cifra (ma la discussione è ancora in corso tra 4,5 e 5 volte), i club non potrebbero spendere per stipendi, ammortamenti e pagamenti per agenti più di 518 milioni di sterline (circa 605 milioni di euro al cambio attuale). Tra i club, il Chelsea sarebbe già al di sopra del tetto con costi stimat per 540 milioni di sterline, mentre il Manchester City rientrerebbe nei paletti con costi stimati per circa 500 milioni di sterline.

Sul tavolo restano vari temi di dibattito, come ad esempio quale cifra utilizzare come base: dovrebbe essere il totale degli introiti televisivi o solo l’accordo a livello nazionale? Tutto questo deve ancora essere discusso approfonditamente, così come le eventuali sanzioni. Attualmente il sistema del FPF inglese prevede decurtazioni di punti (come nel caso di Everton e Nottingham Forest nella stagione attuale), ma le ipotesi emerse nelle scorse settimane fanno riferimento anche ad una “luxury tax” in stile NBA: in sostanza, i club che spenderanno troppo verrebbero sottoposti a sanzioni economiche che aumenterebbero in base a quanto sia stato superato il tetto salariale. delle spese. I soldi raccolti verrebbero poi ridistribuiti ai club della Premier League che rispettano le regole, ma potrebbero persino andare in un “fondo di emergenza” per aiutare i club della English Football League in difficoltà finanziarie.