Bocconi, Sapienza e Statale di Milano. Sono questi – scrive Il Sole 24 Ore – i tre atenei italiani che hanno laureato il maggior numero di consiglieri d’amministrazione e manager presenti nelle società quotate di Piazza Affari. Il dato emerge dalla mappatura effettuata da un team di ricerca dell’Università di Pavia.
Il monitoraggio dei curriculum di consiglieri e manager ha riguardato in particolare due aree della Borsa di Milano: le 40 aziende blue chip, le più importanti di Piazza Affari per capitalizzazione, presenti nell’indice Ftse-Mib e le 136 società che hanno risposto al questionario sulla sostenibilità nell’ambito dell’Osservatorio Esg di Plus24-Ufficio Studi Sole 24 Ore. I dati sono una fotografia scattata al 31 dicembre del 2023.
Partendo dall’analisi delle 40 big di Piazza Affari, su 490 tra consiglieri e manager, il 17% ha frequentato e si è laureato all’università Bocconi di Milano; subito dopo c’è la Sapienza di Roma con il 9% e al terzo posto l’ateneo Statale di Milano con il 5%. Nella classifica del Ftse-Mib, le prime università del Sud sono quattro, a pari merito, al 15mo posto ci sono Cagliari, la Federico II di Napoli, Bari e Catania.
Sul versante delle 136 piccole e medie imprese monitorate ci sono 1.074 laureati nei consigli d’amministrazione. Le prime tre università sul podio sono, nello stesso ordine, quelle che occupano i primi posti della classifica FtseMib anche se con percentuali diverse. Subito dopo, tutti con il 4% di laureati, ci sono i seguenti atenei:
- il Politecnico di Milano
- l’università di Bologna
- la Cattolica di Milano
La prima università meridionale stavolta è all’ottavo posto: è la Federico II di Napoli con 22 laureati pari al 2% del campione. Le lauree Stem sono quelle più tecnologiche o matematiche che, secondo gli esperti, dovrebbero essere presenti nei consigli d’amministrazione di tutte le aziende perché tali competenze sono molto utili in vista della transizione green e digitale.
Le Stem presenti nei consigli d’amministrazione delle 40 blue chip vedono al primo posto con 7 lauree Prysmian (cavi sottomarini) ed Hera (utility), entrambe aziende molto esposte dal punto vista tecnologico. A seguire poi vi sono Ferrari ed Inwit. Bisogna scendere all’ottavo posto per trovare le prime società finanziarie con un po’ di tecnologia nel Cda: Mediobanca, Banco Bpm, Generali e UniCredit.
I ricercatori hanno poi fatto un focus su alcuni settori per verificare l’incidenza di alcune lauree. Nei quattro ambiti considerati (manifattura, finanza, tlc e informatica, commercio) al primo posto c’è sempre Economia e management. Altra laurea molto gettonata è Ingegneria che è al secondo posto per il settore manifattura e commercio. Per finanza e Tlc-informatica al secondo posto vi è invece Giurisprudenza.
Ci sono due ultimi punti da affrontare. Uno è quello dei non laureati. Fra le blu chip il numero è minimo: sono 7 i non laureati pari all’1% del campione. Sul versante del campione delle piccole e medie imprese, i non laureati sono 62 pari al 6%. Ultimo punto ma non meno importante è quello dei non disponibili. Il monitoraggio dell’Università di Pavia non è riuscito a individuare il curriculum di 55 consiglieri fra le blue chip e di 164 fra le piccole e medie quotate.