Eredità Agnelli, l’inchiesta si allarga: i pm possono indagare sulla Dicembre

La questione della Dicembre è cruciale non solo in relazione all’eredità, ma anche per il controllo di Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann.

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John Elkann (Foto: MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)

Il Tribunale del riesame di Torino ha respinto nei giorni scorsi l’appello presentato dagli avvocati dei fratelli Elkann e del commercialista Gianluca Ferrero (attuale presidente della Juventus) riguardo ai sequestri effettuati dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta sull’eredità Agnelli.

La decisione – spiega La Verità – consente ai pubblici ministeri torinesi di utilizzare per le loro indagini tutto il materiale sequestrato lo scorso 8 febbraio, compresa una vasta quantità di documenti relativi alla società Dicembre, controllata a cascata dalla famiglia e che ha interessi in aziende come Exor e nelle sue partecipazioni Ferrari, Stellantis, Cnh, Iveco e Juventus.

Inoltre, potranno essere utilizzati come elementi di prova i telefoni, i computer, i tablet e le schede di memoria acquisite durante le perquisizioni. Questa decisione, spiega il quotidiano, lascia aperto il filone più delicato dell’indagine, relativo al riassetto della Dicembre dopo la morte di Gianni Agnelli nel 2003.

La Dicembre è una società semplice con obblighi di pubblicità dei suoi atti societari molto limitati. Fondata negli anni ’80, inizialmente aveva tra i soci Gianni e Marella Agnelli, Umberto Agnelli e Cesare Romiti. Nel corso degli anni ’90, i fratelli Elkann, Franco Grande Stevens e la figlia Cristina si sono aggiunti come soci. Tra il 2003 e il 2021, le quote della società sono passate ai tre fratelli Elkann. Questi passaggi sono stati contestati da Margherita Agnelli, figlia di Gianni e Marella, anche in sede civile.

La questione della Dicembre è cruciale non solo in relazione all’eredità, ma anche per il controllo del gruppo. Infatti, la Dicembre detiene il 40% della Giovanni Agnelli Bv, che a sua volta controlla il 52% di Exor, la holding guidata da John Elkann che controlla tutto il gruppo. Se l’inchiesta penale rilevasse delle irregolarità, potrebbe riaprirsi la questione del riassetto della Dicembre anche in sede civile, con conseguenze decisamente rilevanti.

I sequestri effettuati dalla Procura erano già stati sottoposti al giudizio del Riesame una prima volta, con il giudice che aveva stabilito che una parte significativa non fosse giustificata in base al reato inizialmente contestato, ovvero la dichiarazione fiscale fraudolenta relativa al 2018 e 2019 per i redditi di Marella Agnelli. Dopo questo primo pronunciamento, i pubblici ministeri avevano emesso un nuovo decreto che ampliava le ipotesi di reato e aggiungeva tra gli indagati anche i fratelli Lapo e Ginevra Elkann.

Contro questo nuovo decreto, le difese avevano presentato un nuovo appello, sostenendo tra l’altro che il codice non considera il mancato versamento della tassa di successione come reato, ma come una semplice sanzione amministrativa. Il giudice ha ritenuto non sussistenti le argomentazioni difensive su questo punto.

I legali dei fratelli Elkann hanno dichiarato di essere delusi dalla decisione del tribunale ma rimangono convinti della solidità degli argomenti giuridici presentati. Attendono il deposito delle motivazioni per decidere se presentare ricorso in Cassazione. Il prossimo passaggio formale sarà l’incidente probatorio richiesto dalla difesa per estrarre i dati ritenuti rilevanti dai dispositivi elettronici sequestrati durante le perquisizioni. La data per l’incidente probatorio non è stata ancora fissata.