Acerbi-Juan Jesus, sentenza inappellabile: solo Gravina potrebbe impugnarla

Il Giudice sportivo, nella giornata di ieri, ha pubblicato la sentenza constatando la mancanza di sufficienti prove per punire il difensore dell’Inter.

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Gabriele Gravina (Foto: Gabriele Maltinti/Getty Images)

Nella giornata di ieri, il Giudice sportivo ha deciso di non punire il difensore Francesco Acerbi per i presunti insulti razzisti rivolti a Juan Jesus nel corso della partita fra Inter e Napoli a San Siro. Non ci sarebbero, infatti, abbastanza prove per punire la condotta del difensore italiano, che rischiava una squalifica minima di 10 giornate.

Una sentenza che ha provocato l’ira del Napoli, espressa in una nota sul proprio sito ufficiale, mentre non è arrivato alcun commento da Juan Jesus, che si è limitato a cambiare l’immagine del suo profilo Instagram che vede ora campeggiare un pugno di una persona di colore alzato al cielo, chiaro riferimento al gesto di Tommie “Jet” Smith e John Carlos sul podio delle Olimpiadi di Messico 1968.

La vicenda, in teoria, è chiusa qui, visto che la decisione del Giudice sportivo non può essere impugnata da Juan Jesus. Ma, come riporta l’edizione odierna deLa Gazzetta dello Sport, questa strada può essere intrapresa dal presidente della FIGC, Gabriele Gravina. Infatti, come si legge nell’articolo 102 del Codice di giustizia sportiva: «Il Presidente federale può impugnare le decisioni adottate dal Giudice sportivo nazionale quando ritenga che queste siano inadeguate o illegittime».

Infine, non rischia assolutamente nulla Juan Jesus, visto che il Giudice sportivo non ha evidenziato nessuna condotta che vada contro l’articolo 4 che punisce la mancata «lealtà, probità e correttezza». A sottolinearlo è la stessa sentenza di ieri: «Senza che per questo venga messa in discussione la buona fede del calciatore del Napoli, il contenuto discriminatorio risulta essere stato percepito dal solo calciatore “offeso”». Ed è proprio per questo che Acerbi non è stato punito.