Il procuratore federale Giuseppe Chinè vorrebbe chiudere in pochi giorni il caso Acerbi-Juan Jesus sul presunto insulto razzista partito dall’interista nei confronti del brasiliano del Napoli. La volontà è di consegnare entro questo fine settimana la relazione al Giudice Sportivo Gerardo Mastrandrea, che aveva chiesto un supplemento di indagine.
Per farlo, nelle prossime ore Chinè sentirà prima Juan Jesus, che dovrebbe essere ascoltato oggi, mentre ad Acerbi toccherà domani, in videoconferenza dalla Pinetina, affiancato dall’avvocato dell’Inter. È probabile che la Procura ascolti anche l’arbitro del match, il romano Federico La Penna. Chinè ha inoltre acquisto le immagini per la prova tv.
Acerbi, scrive La Gazzetta dello Sport, riprenderà oggi gli allenamenti quotidiani: ad Appiano alle 15 si raduna ciò che resta dell’Inter dispersa tra le nazionali e sarà presente pure il difensore. Ieri il difensore si è tenuto alla larga dal centro sportivo, in cui il giorno prima aveva incontrato la dirigenza nerazzurra, e si è dedicato interamente alla famiglia.
Nonostante i colloqui con la società, la sua linea difensiva non è comunque cambiata: al procuratore federale domani ribadirà di non aver detto o fatto nulla di razzista, che la parola era “nero”, ed era stata usata per rivolgere una frase del tipo «ti faccio nero» a Juan Jesus. Insomma, un presunto grande misunderstanding.
Deciderà la Procura Federale che relazionerà poi al Giudice Sportivo: rischia almeno dieci turni di stop. Come sottolinea l’articolo 28 comma 2 del Codice di Giustizia sportiva, «il calciatore che commette una violazione per comportamento discriminatorio è punito con la squalifica per almeno 10 giornate di gara o, nei casi più gravi, con una squalifica a tempo determinato».
In attesa della conclusione delle indagini, l’Inter avrebbe voluto una gestione del caso diversa dall’inizio. Per esempio: le dichiarazioni di Acerbi in Stazione Centrale, di ritorno dal raduno della Nazionale, hanno aperto ancor di più il vaso di Pandora causando la reazione del collega napoletano. Come ribadito anche nel confronto con il giocatore, in casa nerazzurra sono tutti ben consapevoli che la via per la difesa sia stretta, ma ogni decisione sarà rimandata a dopo l’eventuale sentenza, attesa probabilmente la prossima settimana.
Alla base di ogni possibile punizione ci sarà una precisa volontà societaria: la parola “razzismo”, associata all’Inter negli ultimi giorni, dovrà essere allontanata senza se e senza ma.