Stellantis, Tavares: «Abbiamo un piano per Mirafiori. L'Italia resta centrale»

Il Ceo del gruppo ha parlato anche della questione sussidi per le auto elettriche: «Il Governo italiano dovrebbe aiutare i consumatori italiani».

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Carlos Tavares (foto Stellantis)

Dopo le tensioni degli scorsi mesi con il governo, Stellantis continua a puntare sull’Italia che rimane, insieme a Francia e Stati Uniti, uno dei tre pilastri del terzo gruppo automobilistico globale per ricavi. Parola del Ceo del gruppo, Carlos Tavares.

Come riporta l’edizione odierna de Il Sole 24 Ore, tra il 2019 e il 2022 Stellantis ha investito 5 miliardi di euro in Italia, di cui 2 a Torino. Sono stati avviati 240 milioni per Mirafiori con il Battery Tecnology Center, Circular Economy, eDCT e grEEn Campus. E 2,4 miliardi di investimenti a Termoli, per una delle tre gigafactory di batterie europee realizzate in consorzio con Mercedes-Benz e Total. Più gli investimenti per mettere in produzione i nuovi modelli elettrici sulle due piattaforme di ultima generazione, Stla large e Stla medium negli impianti di Cassino e Melfi. Altri investimenti riguarderanno i veicoli commerciali, in particolare la nuova famiglia Ducato, ad Atessa.

Nonostante questo, continuano le tensioni a Mirafiori, che fra settimane di cassa integrazione e solidarietà, anche per Maserati, vede ridursi al minimo la capacità dello stabilimento. Clima che fa da contraltare all’anno molto positivo, appena chiuso, sotto il profilo dei risultati finanziari (utile +18,6%), del dividendo (+16%) e del brillante andamento del titolo (+65% nei dodici mesi) .

«Il dialogo che abbiamo con i sindacati e il nostro personale in Italia è eccellente e siamo molto grati per la comprensione del cambiamento che dobbiamo mettere in atto per assicurare la sostenibilità del gruppo e delle nostre le attività in Italia – ha dichiarato Tavares a Il Sole 24 Ore -. Tutti sanno che Stellantis poggia su tre pilastri storici per crescere. L’Italia è un pilastro con Fiat. Gli Stati Uniti sono un altro pilastro con Chrysler. E Francia è un altro pilastro con Peugeot. Siamo molto consapevoli del fatto che nei paesi in cui abbiamo le nostre radici è sempre meglio essere in linea con quanto è richiesto dai rispettivi governi».

«Voglio ricordare, però, che le decisioni che stiamo prendendo sono una conseguenza delle scelte del Parlamento Europeo. Questa è una delle ragioni per le quali abbiamo un dialogo davvero buono con le parti sociali in Italia. Loro capiscono che noi – dipendenti, sindacati e azienda – dobbiamo gestire una transizione che non abbiamo deciso noi. E la stiamo mettendo in atto. Credo, quindi, che Gianni Agnelli avesse assolutamente ragione: l’interesse dell’azienda è l’interesse dell’Italia e viceversa».

«Se non ci adatteremo rapidamente al tipo di concorrenza esistente nel mercato dei veicoli elettrici – ha continuato il Ceo di Stellantis -, resa estremamente dura dall’arrivo dei prodotti cinesi in Europa, ma determinata dalle scelte dell’Unione Europea, metteremo in difficoltà il nostro gruppo. E questo non sarebbe nell’interesse dell’Italia. Intendo, nell’interesse dei nostri dipendenti e del sindacato. Vorrei ricordare che noi siamo esportatori netti molto forti: il 63% di tutta la produzione italiana e il 93% di Mirafiori, su oltre 85mila vetture prodotte nel 2023 (752mila il totale, compresi i veicoli commerciali, ndr)».

Su Mirafiori ecco il pensiero di Tavares: «Complessivamente in Italia siamo al 63% della nostra capacità produttiva e saremmo pronti a raddoppiare la produzione della 500 elettrica a Torino. Ma l’Italia ha un problema, riscontrabile nella struttura del suo mercato: ha la quota di segmento B (utilitarie, ndr) più grande, se confrontata con quella degli altri Paesi europei. Questo ci dice che la questione dell’accessibilità è molto importante per le famiglie italiane. Noi stiamo investendo pesantemente nella mobilità pulita, in Italia. Ma all’inizio di questo processo la produzione è più costosa. I sussidi necessari per l’acquisto da parte dei consumatori italiani di automobili elettriche che produciamo in Italia sono stati annunciati molte volte, ma non sono stati ancora implementati. In questo modo noi perdiamo l’occasione di produrre più veicoli elettrici in Italia. Il Governo italiano dovrebbe aiutare i consumatori italiani perché le auto elettriche costano di più di quelle a combustione interna e il mercato italiano, per la sua specificità, va aiutato più di altri».

In caso di mancato sostegno pubblico, ecco lo scenario prospettato da Tavares: «È nostra responsabilità spiegare qual è la nostra visione del Piano 2030 per il Mirafiori automotive park. Non lo abbiamo presentato dettagliatamente finora e penso che sia arrivato il momento di farlo. Sarà un altro segno della nostra capacità di essere resilienti, che i mercati finanziari ci riconoscono. Credo che sarà uno dei maggiori Automotive park di Stellantis nel mondo. Continueremo ad avere un’attività molto intensa di design. Tutti i più bei modelli di Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth nascono a Mirafiori, per non dire di Maserati. Continueremo così. Sarà molto forte anche la parte di ingegneria e attività tecnologica, che stiamo rinforzando. E poi la ricerca sulla chimica delle batterie, il cuore stesso dei veicoli elettrici. Abbiamo anche un centro mondiale di ingegneria del software con mille ingegneri e il centro per la guida assistita e autonoma. Abbiamo parlato in altre occasioni dell’hub per l’economia circolare. Ma Mirafiori, oltre che hub per la mobilità sostenibile, sarà sempre un centro di produzione, dalle 500 elettriche, grazie agli incentivi, alle Maserati elettriche per il rilancio di questo brand fantastico, all’assemblaggio dei cambi doppia frizione elettrificati per tutto il gruppo destinati a modelli ibridi e ibridi plug-in, già dalla seconda metà del 2024».

Si chiude con la produzione di automobili elettriche anche in altri stabilimenti italiani: «L’Italia è l’unico Paese nel mondo in cui abbiamo investito in due piattaforme native Bev, Stla medium e Stla large (rispettivamente destinate ai siti di Cassino e Melfi, ndr). Altri Paesi potrebbero criticarmi per questo. Le due nuove piattaforme porteranno l’autonomia dei Bev a 7-800 chilometri, così da diminuire l’ansia degli automobilisti per la ricarica. Inoltre l’Italia è il Paese in cui avremo una delle nostre tre gigafactory per celle di batterie. Tra l’altro l’unico stabilimento di batterie in Italia. Vorrei aggiungere che l’Italia è il Paese in cui crediamo di poter produrre un milione di veicoli. Ed è il Paese in cui nel 2023 abbiamo aumentato la produzione del 10%, è un fatto. Un produttore cinese in Italia? Il mercato, oggi siamo i leader con il 33%, sarebbe più frammentato, non aumenterebbe in dimensione né in produzione. La battaglia vera sarebbe sui costi. Un produttore cinese assemblerebbe automobili utilizzando fornitori cinesi. Le dico questo: noi non abbiamo paura della sfida cinese, ma indebolire Stellantis in Italia non aiuterebbe l’Italia stessa».