Vendita Milan, i pm mandano uno degli atti dell’inchiesta alla Procura FIGC

La richiesta di atti da parte della Procura agli inquirenti milanesi era un passaggio atteso in questi giorni per le verifiche sul fronte della giustizia sportiva.

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Gerry Cardinale

La Procura di Milano, a seguito di una richiesta di trasmissione atti da parte della Procura federale della FIGC, ha trasmesso a quest’ultima il decreto di perquisizione eseguito la settimana scorsa nell’ambito dell’inchiesta sulla vendita del Milan da Elliott a RedBird dell’agosto 2022 e che ipotizza l’accusa di ostacolo alle funzioni di vigilanza della Federcalcio a carico, tra gli altri, dell’AD rossonero Giorgio Furlani.

La richiesta di atti da parte della Procura della Federcalcio agli inquirenti milanesi era un passaggio atteso in questi giorni per le verifiche sul fronte della giustizia sportiva. Al momento, da quanto si è saputo, la Procura milanese ha deciso di inoltrare alla FIGC soltanto le 12 pagine del decreto di perquisizione, firmato dai pm Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi, perché le indagini sono ancora aperte e gli altri atti sono coperti dal segreto investigativo, utile per proseguire gli accertamenti.

Tra l’altro, proprio dalle analisi sui dispositivi informatici sequestrati con le perquisizioni gli inquirenti e gli investigatori della GdF si attendono risposte e riscontri sull’ipotesi contestata di un controllo ancora attuale da parte di Elliott sul Milan, come una sorta di proprietario “occulto”.

Per i pm, da un lato, come indicato nel decreto di perquisizione che parla di “conflitto di interesse” con riferimento ai regolamenti UEFA, la presunta vendita simulata potrebbe essere servita ad Elliott per controllare, allo stesso tempo, il Milan in Italia e il Lille in Francia. Dall’altro lato, il fondo a stelle e strisce di Paul Singer potrebbe anche beneficiare degli effetti di una ricapitalizzazione del club. Sebbene non compaia come reale proprietario, infatti, avrebbe comunque un guadagno con l’ingresso di nuovi soci.

Va ricordato che da RedBird è filtrato stupore a proposito delle accuse mosse all’interno dell’indagine. Questo perché Elliott non ha mai posseduto quote del club francese, ma ne è stato creditore in passato. La UEFA aveva già indagato a proposito del rapporto tra il fondo statunitense e il Lille, senza però ma intervenire e non ravvisando violazioni delle norme sulla multiproprietà.

Risposte potrebbero arrivare dalle analisi su telefoni, pc, tablet con la ricerca di mail, documenti, messaggi. Inoltre, tra le molte verifiche in corso da parte degli inquirenti, con le acquisizioni di documenti, c’è quella che riguarda il versamento effettivo o meno da parte di RedBird di 600 milioni a Elliott. Attraverso un fondo che, secondo i pm, non sarebbe gestito dal gruppo di Cardinale. E se poi siano stati versati almeno parte dei 560 milioni finanziati da Elliott a RedBird e gli interessi sul capitale.