Acerbi: «Mai detto frasi razziste. Gioco da 20 anni e so quello che dico»

«Frasi razziste dalla mia bocca non sono mai uscite», ha detto il difensore, intercettato all’arrivo a Milano dopo aver lasciato il raduno della Nazionale.

Acerbi razzismo Juan Jesus
(Foto: Alessandro Sabattini/Getty Images)

«Frasi razziste dalla mia bocca non sono mai uscite. E’ l’unica cosa che posso dire. Io so che non ho mai detto frasi razziste. Sono 20 anni che gioco a calcio e so quello che dico. Sono tranquillo». Lo ha detto il difensore dell’Inter Francesco Acerbi, intercettato all’arrivo a Milano dopo aver lasciato il raduno della Nazionale.

«Juan Jesus non l’ho sentito, posso sicuramente dire che dalla mia bocca certe cose non sono uscite  ha continuato Acerbi -.. Scuse? Secondo me ha capito anche male. Sul tema del razzismo spero che la lotta vada avanti in ogni parte del mondo. In campo succedono tante cose, è normale giocando a calcio che si possano dire certe cose. Ma quando si fischia ci si dà la mano e tutto torna come prima. Mi dispiace lasciare la Nazionale, ma è giusto così. Cosa mi ha detto Spalletti? Sono cose nostre. Se ora incontrerò la società? No, vado da mia figlia».

Il riferimento è a quanto accaduto nella giornata di ieri nel match tra Inter e Napoli. Ricordiamo che dieci giornate di squalifica, come sanzione minima, è la misura prevista dalle nuove norme della giustizia sportiva, in caso di insulti razzisti. Andrà chiaramente accertato cosa ha detto il difensore dell’Inter a quello del Napoli: il giudice sportivo della Serie A non potrà decide, sulla base del referto dell’arbitro che riporterà la denuncia di Juan Jesus, a meno che la frase riferita dal brasiliano del Napoli non sia stata sentita direttamente anche da uno dei suoi assistenti.

Chiederà un supplemento di indagine alla Procura FIGC. Non è servito, invece, nel caso dell’ultima squalifica per un insulto razzista in campo, appena due settimane fa. Nel campionato Primavera 2 l’applicazione di questo articolo ha portato, all’inizio del mese, alla squalifica per 10 turni di un giocatore della Ternana, reo di aver pronunciato un’espressione di discriminazione razziale, rilevata da un assistente dell’arbitro.

Il secondo comma dell’art.28 chiarisce che «il calciatore che commette una violazione di cui al comma 1 è punito con la squalifica per almeno dieci giornate di gara o, nei casi più gravi, con una squalifica a tempo determinato» o addirittura al cosiddetto “daspo” per i tesserati, ovvero il divieto di accedere agli impianti.