Milan, la Procura in cerca dell’uomo di RedBird che tratta con gli arabi

Secondo gli inquirenti, se questa persona avesse qualche legame con Elliott, dimostrerebbe che il fondo di Paul Singer sarebbe il vero proprietario del club.

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(Foto: Marco Luzzani/Getty Images)

Dopo la perquisizione effettuata dalla Guardia di Finanza a Casa Milan e nelle abitazioni private di Giorgio Furlani e Ivan Gazidis, i pm della Procura di Milano, che indagano sul passaggio di proprietà del club rossonero da Elliott a RedBird, sono alla ricerca del esponente del fondo di Gerry Cardinale che sta trattando la cessione di una quota di minoranza a esponenti del mondo arabo.

Come riporta l’edizione odierna del La Gazzetta dello Sport, questa figura, ancora senza un nome, sarebbe la prova – secondo chi sta portando avanti le indagini – del legame ancora stretto fra RedBird ed Elliott, con quest’ultimo che viene considerata dagli investigatori il vero proprietario del Milan. Si cerca quindi il mediatore fra RedBird e PIF, il fondo sovrano dell’Arabia Saudita il cui nome sarebbe apparso in una fantomatica “Investor Presentation”.

Il Public Investment Fund, secondo il famoso “Ac Milan Investor Presentation” in possesso degli inquirenti, sarebbe pronto a rilevare il 41,7% del Milan tramite il riacquisto dell’80% del finanziamento da 560 milioni, garantito da Elliott al fondo di Cardinale per terminare l’operazione nell’estate del 2022. In termine tecnico, questo viene definito vendor loan.

L’importanza di questo passaggio è chiara, ed è fondamentale ai fini del ragionamento dei pm: se il “mediatore” in questione dovesse essere legato in qualche modo a Elliott, allora l’oggetto delle indagini prenderebbe una piega ben diversa. E questo potrebbe dimostrare che la società è ancora sotto il controllo del fondo di Paul Singer.

Elliott da parte sua ha già allontanato ogni accusa e la stessa RedBird ha sottolineato come il controllo del Milan sia totalmente suo. Dal fondo – come raccontato da Calcio e Finanza – filtra stupore e ci si chiede come sia possibile dubitare della proprietà del club rossonero, se all’interno della stessa “Investor Presentation” è specificato che oltre il 99% delle quote del club è sotto controllo proprio della stessa RedBird. Non solo. Se questa vendita “mascherata” fosse legata ai rapporti con il Lille, come sostengono gli inquirenti, va sottolineato che Elliott è sempre stato solo un creditore del club francese e che non ha dunque mai avuto azioni o una influenza significativa sulla società.

Un’altra parola chiave dell’indagine è ricapitalizzazione. Ovvero far entrare nuovi investitori all’interno della società rossonera. Questo, infatti, è uno dei possibili motivi per i quali, sempre secondo le indagini della Procura, Elliott avrebbe deciso di mantenere il controllo del Milan, ipotesi sempre respinta dalle parti. In sintesi, secondo la Procura Elliott avrebbe continuato a gestire il Milan e ora potrebbe guadagnare dall’ingresso di nuovi soci. Una tesi che è ancora tutta da dimostrare.

Al momento non sono previsti interrogatori, nonostante l’iscrizione nel registro degli indagati di quattro persone, oltre a Furlani e Gazidis ci sono anche Daniela Italia e Jean Marc Mclean, amministratori della società lussemburghese Project Redblack, che controlla la Rossoneri Sport Investment, anch’essa lussemburghese e detentrice delle azioni del Milan. Intanto la FIGC non ha presentato richiesta formale di atti alla Procura. Ma non si esclude che lo possa fare nei prossimi giorni.

L’analisi dei tablet e degli smartphone di Gazidis e Furlani inizierà a fine mese. I difensori e i consulenti degli indagati (in campo c’è lo studio BonelliErede) che si preparano anche a contrastare la tesi degli inquirenti che la FIGC sia ente di diritto pubblico, hanno poco più di una settimana per decidere se presentare istanza di Riesame sui sequestri. Le indagini della Guardia di Finanza, comunque, continuano. Oltre a Furlani e Gazidis è stata fatta anche un’altra perquisizione “presso terzi”. Si tratta di una persona non indagata e la cui identità è rimasta per il momento riservata.