Meno serie e film italiani per Netflix: l’aiuto del governo Meloni per Mediaset

Il governo accoglie le richieste dell’emittente del Biscione per le nuove norme da inserire nel Testo Unico sui Servizi Media Audiovisivi (Tusma).

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Pier Silvio Berlusconi (Foto: Marco Luzzani/Getty Images)

Il governo è pronto ad accogliere le richieste delle televisioni generaliste contro le piattaforme di streaming. Come riportato da Il Fatto Quotidiano, nel nuovo Testo Unico sui Servizi Media Audiovisivi (Tusma) infatti vanno verso l’approvazione alcune norme richieste in particolare da Mediaset, che vanno dallo sconto sui costi di doppiaggio e di produzione di serie e film europei ai minori obblighi di investimenti e programmazione per film e serie italiane, ma anche sull’obbligo di acquistare opere cinematografiche appena uscite.

Richieste che erano emerse da parte della tv del Biscione durante la discussione parlamentare, quando a fine gennaio era stato ascoltato il direttore delle Relazioni Istituzionali di Mediaset, Stefano Selli, che aveva consegnato ai deputati una memoria con le istanze della televisione in mano alla famiglia Berlusconi. Così, in particolare, verranno recepite le richieste in particolare legate alla maggiore flessibilità su investimenti e programmazione che riguardano film e serie italiane e di nuova uscita.

La proposta di modifica più significativa accolta riguarda le “Quote europee di programmazione e investimento”, che sono i fondi che i media devono destinare alle produzioni europee e italiane. Attualmente, questa quota è del 12,5%, ma la richiesta di Mediaset è stata di calcolarla in modo diverso, includendo anche i fondi per l’acquisto di serie e film italiani, il doppiaggio e la promozione pubblicitaria. Questa richiesta è stata completamente accolta dalla maggioranza di destra, il che significa un grande vantaggio economico per Mediaset.

In secondo luogo, la maggioranza propone una revisione degli obblighi di investimento, chiedendo al governo di rendere gli adempimenti più flessibili per gli operatori. Questa richiesta riflette quella avanzata da Mediaset, che criticava l’eccessiva rigidità del testo approvato dal Consiglio dei ministri.

La terza istanza accolta riguarda la riduzione delle quote di investimento obbligatorie per serie, film e fiction europee e italiane indipendenti, passando dal 12,5% al 10% per le televisioni private. Anche l’acquisto di opere cinematografiche italiane subirà una riduzione, passando dal 3% all’1,75%.

Tuttavia, la maggioranza non ha accolto le richieste di Mediaset riguardanti le sanzioni per il mancato rispetto degli obblighi sugli investimenti e l’esclusione del ministero della Famiglia dalle regole e dalle sanzioni sulla fascia protetta. Inoltre, la questione riguardante la sotto-quota di investimenti per i cartoni italiani è ancora in sospeso.

Il parere è stato redatto dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che ha imposto alle piattaforme streaming una quota del 70% per le produzioni italiane, nonostante l’opposizione della Lega, che voleva eliminare completamente tali obblighi.