Betting Exchange: trading sportivo e analogie con i mercati finanziari

Il Betting Exchange è una variante delle scommesse tradizionali che, secondo una logica simile a quella dei mercati finanziari, permette ai giocatori di scambiarsi quote sull’esito degli eventi sportivi.

Betting Exchange - Trading sportivo
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Che cosa si intende per Betting Exchange e come funziona il trading sportivo? In questa guida gli esperti del settore Alberto Lattuada e Gianluca Landi ci condurranno alla scoperta del Betting Exchange, ripercorrendone la storia, dalla nascita in Inghilterra nei primi anni 2000 fino ai giorni nostri, soffermandosi sulle analogie tra il trading effettuato sui mercati finanziari e sugli exchange dedicati alle scommesse sportive.

La borsa delle scommesse

Il Betting Exchange (in italiano noto anche come “punta e banca”) è una variante delle scommesse tradizionali che consente ai giocatori di assumere direttamente il ruolo di bookmaker e fare le quote sull’esito degli eventi sportivi.

Attraverso le piattaforme di Betting Exchange gli utenti possono pertanto scommettere a favore (back o punta) o contro (lay o banca) gli esiti degli eventi sportivi, giocando direttamente contro altri utenti senza passare attraverso i tradizionali bookmakers.

Il Betting Exchange, che può anche essere tradotto come borsa delle scommesse, si basa sugli stessi principi dei mercati finanziari con la differenza che invece di scambiare azioni o future, in questo caso lo scambio riguarda gli esiti di eventi sportivi (le quote) ed avviene tra due giocatori con opinioni contrapposte sull’esito di tale evento. La controparte della scommessa non sarà un bookmaker, come nei casi tradizionali, ma uno o più scommettitori.

Nel Betting Exchange è inoltre possibile cedere la propria quota a un altro scommettitore o, al contrario, acquistarla, facendo quello che in gergo viene chiamato trading sportivo.

Le origini del Betting Exchange

Il legame con il mondo dei mercati finanziari lo si può già rintracciare già nelle origini stesse del Betting Exchange. La prima borsa delle scommesse è infatti nata nel Regno Unito nel 2000 su iniziativa di Andrew Black, allora 37enne scommettitore professionista, ma con un passato nel trading di prodotti finanziari derivati, e del 38enne Edward Wray, che ai tempi ricopriva il ruolo di vice president dell’area debt capital markets and derivatives di JP Morgan a Londra.

L’obiettivo di Black e Wray era quello di creare un mercato che consentisse ai giocatori di elaborare direttamente le quote e di potersi sostituire ai tradizionali bookmaker. Così come nei mercati finanziari, domanda e offerta si sarebbero dovute incontrare liberamente per stabilire una quota equa, “bet fair”, da cui prenderà il nome la piattaforma creata dai due trader inglesi, Betfair appunto.

Ciascun utente della piattaforma avrebbe pertanto potuto decidere di svolgere il ruolo del banco, scommettendo contro l’esito di un determinato evento sportivo e proponendo una propria quota per la scommessa (in gergo banca o lay), consentendo allo stesso tempo agli altri utenti di fare la loro puntata (in gergo punta o back). Oppure viceversa, gli utenti avrebbero potuto scegliere una quota di punta e restare in attesa che altri utenti scommettessero in maniera opposta alla quota, assumendo il ruolo di banca.

Black e Wray, di fronte alla freddezza verso la propria idea riscontrata presso i tradizionali fondi di venture capital, raccolsero circa 1 milione di sterline facendo ricorso al supporto di amici e familiari e fondarono così Betfair. Sei anni dopo, nell’aprile del 2006, quando Softbank acquistò il 23% di Betfair la società di gestione del betting exchange era arrivata a valere 1,3 miliardi di sterline.

Betting Exchange e trading sportivo

Il funzionamento del Betting Exchange, come visto, è molto simile a quello dei mercati finanziari: uno scommettitore punta una determinata somma di denaro sulla probabilità che in uno specifico mercato sportivo si verifichi un determinato evento.

Se sul mercato c’è una controparte disposta a “bancare” la puntata per la somma equivalente la scommessa può essere abbinata. In caso contrario, se non c’è liquidità alla quota desiderata, la scommessa non può essere abbinata e rimane in attesa eventualmente di essere abbinata da un altro utente. Nelle scommesse tradizionali il concetto di liquidità non è invece così rilevante in quanto è sempre il bookmaker che esegue l’importo desiderato se lo ritiene congruo.

Nel Betting Exchange è inoltre possibile cedere la propria quota a un altro scommettitore o, al contrario, acquistarla, facendo quello che in gergo viene chiamato trading sportivo.

Il trading sportivo consiste nello scambio delle quote di una scommessa sportiva tra i vari utenti della piattaforma di Betting Exchange. Questa possibilità, abbinata al cosiddetto cashout, ovvero la facoltà concessa ai giocatori da alcune piattaforme di ritirare una potenziale vincita prima che l’evento su cui ha scommesso sia concluso, consente agli utenti più evoluti di mettere in campo una serie di strategie, strumenti operativi e metodologie per mitigare il rischio di perdita attraverso opportune azioni di copertura, ma anche per provare a incrementare gli eventuali profitti.

Il Betting Exchange in Italia

Il Betting Exchange in Italia è stato introdotto legalmente in Italia con il Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 18 marzo 2013, n. 47 volto a disciplinare le scommesse a distanza a quota fissa con interazione diretta fra giocatori.

Attualmente le principali piattaforme di Betting Exchange autorizzate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) sono due:

  • Betfair
  • BetFlag (Lottomatica)

Sport Trading, un’attività da professionisti

La possibilità prevista dalle piattaforme di Betting Exchange di scambiare le quote di un evento sportivo, potendo pertanto entrare e uscire dal mercato in tempo reale e a evento in corso, ha reso il trading sportivo un’attività molto diversa dalle scommesse tradizionali.

Lo sport trader non è un semplice scommettitore o un giocatore, ma un professionista che si differenzia dall’utilizzare degli strumenti professionali per analizzare i match e diminuire il rischio di ogni operazione. La tecnologia e i sistemi informativi sono parte fondamentale del bagaglio tecnico e strumentale dello sport trader.

Avere a disposizione una postazione di trading sportivo adeguata, con monitor di grandi dimensioni, computer ad alte prestazioni e applicativi e software avanzati, è una condizione pressoché imprescindibile per coloro che vogliono operare in modo efficace sul mercato.

Alcuni individui, che hanno fatto del trading sportivo una professione, riescono a generare un reddito costante attraverso il trading sui Betting Exchange. Ma è importante sottolineare che ciò richiede una profonda conoscenza dello sport, delle tecniche di trading, e una gestione del rischio accurata. Come per ogni forma di investimento o scommessa, non esistono garanzie di profitto.