Belloni (numero due di LVMH): «Investiamo in Italia, oltre 15mila addetti nel 2024»

Il numero due di Bernard Arnault, nativo di Gallarate (VA), racconta la sua storia e i piani del gruppo in Italia e nel resto del mondo.

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(Foto: https://depositphotos.com)

Antonio Belloni, direttore generale del colosso del lusso LVMH (Louis Vuitton Moet Hennessy) ha rilasciato un’intervista a Il Giornale, affrontando diversi temi legati al gruppo, agli investimenti e ai brand. Nato a Gallarate nel 1954, Belloni si laurea in economia a Pavia. Poi comincia ad andare in giro per il mondo accumulando esperienze.

Delle 75 maison controllate da LVMH sei sono italiane. Il gruppo investe tra 150 e 200 milioni l’anno in Italia, con 13mila dipendenti: «Sono convinto che in Italia ci sia l’ecosistema naturale del bello per cui è inevitabile il legame con un gruppo come LVMH che si occupa di lusso, bellezza e qualità. Del resto, quando parli dell’Italia in giro per il mondo la gente sorride sempre perché viene spontaneo associare il nostro bel Paese a qualcosa di esteticamente rilevante tipo le città d’arte e ad esperienze ludiche e appaganti come le vacanze, la cucina, lo stile di vita. È un vantaggio competitivo costruito nei secoli che non ha eguali».

Sui progetti per il 2024, Belloni non ha dubbi: «Arriveremo presto a superare i 15mila addetti e vogliamo continuare ad assumere perché solo in Italia si trovano e si possono formare degli artigiani dalle mani d’oro. Non è per caso che le manifatture fanno da capofila a circa 5.000 aziende fornitrici distribuite sul territorio nazionale».

Il numero due di LVMH parla poi dei brand a cui è più legato: «Con Vuitton ho un rapporto molto stretto perché è il marchio più profittevole del mondo e nel gruppo ha un’importanza emotiva centrale. Sono legato anche a Sephora, una marca di retail che nel 2001, quando sono arrivato nel gruppo, era tanto piccola da destare parecchi dubbi e che lo scorso anno ha raggiunto 15 miliardi di fatturato. Sono anche molto vicino a un marchio di provincia come Loro Piana, forse perché anche mio padre era nel tessile e io mi riconosco nei valori della famiglia. Pigi Loro Piana è il perfetto interprete della storia di un’azienda che quest’anno compie un secolo. Sua cognata Luisa per noi è una vera musa, lo stile del brand è nato nel suo guardaroba e in quello del marito Sergio scomparso 11 anni fa».

Sulle difficoltà attraversate dal suo arrivo in LVMH, oltre 20 anni fa, Belloni spiega: «In ognuno di questi casi il mercato del lusso ha avuto una battuta d’arresto mostrando però vitalità e recuperando in breve tempo. Nel 2008\2009 ci fu una discesa globale del 10% seguita due anni dopo da crescite double digit. Nel 2020 abbiamo avuto tante difficoltà con il Covid per rimbalzare ancora una volta nel double digit prima di riassestarsi. Così va il mondo».