Eredità Agnelli, battaglia sulle perquisizioni: per i pm strategia di 20 anni dietro la frode

L’esposto di Margherita Agnelli ha portato al sequestro dell’eredità di sua madre Marella Caracciolo in favore dei nipoti John, Lapo e Ginevra Elkann.

John Elkann CdA Meta
John Elkann (Foto: DPPI/Panoramic/Insidefoto)

La residenza svizzera di Marella Caracciolo fu il perno di un’architettura societaria, fatta di fiduciarie basate in paradisi fiscali, che nell’ipotesi investigativa sarebbe stata costruita appositamente per aggirare il Fisco e avrebbe garantito al tempo stesso sia ingenti risparmi fiscali per la famiglia che la successione dinastica dell’impero, il cui scettro è stato passato dall’Avvocato al nipote John Elkann.

Come riporta l’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano, questa sarebbe la tesi di fondo che ha portato la Procura di Torino al sequestro dei beni riconducibili dall’eredità di Gianni Agnelli ai tre nipoti, John, Lapo e Ginevra Agnelli, per una presunta frode fiscale relativa agli anni 2018 e 2019. Contro questa azione ci sono i legali del nipote dell’Avvocato, Federico Cecconi, Carlo Re e Paolo Siniscalchi, che contestano alla Procura una condotta illegittima per via del fatto che i documenti in mano agli investigatori sono risalenti solamente fino al 2004, anno successivo alla morte di Gianni Agnelli.

La prima partita di questa lunga querelle, che vede Margherita Agnelli contro i propri tre figli John, Lapo e Ginevra Elkann, si giocherà davanti al tribunale del Riesame, ma intanto l’eredità è stata bloccata, almeno quella conosciuta e inserita nel testamento di Marella Caracciolo. Questo, è bene ricordarlo, escludeva la figlia Margherita da ogni lascito, per via di un accordo siglato in Svizzera (ma non valevole in Italia, e da qui la questione residenza per la moglie dell’Avvocato) per l’eredità del padre.

Nel caso il processo desse ragione a Margherita, e dimostrasse quindi che Marella Caracciolo vivesse più di 183 giorni in Italia (quota minima per essere riconosciuta residente nel Bel Paese), ecco che si aprirebbero a tutti gli effetti le porte della evasione fiscale sull’eredità perpetrata dagli eredi ai danni dello Stato. E, cosa non meno secondaria, consentirebbe a Margherita di richiedere la sua quota di eredità legata alla legittima, almeno il 50%, che le consentirebbe di mettere in grande dubbio il controllo della Dicembre, la cassaforte degli Agnelli-Elkann, che controlla Exor e quindi tutte le società in cui ha un investimento: da Stellantis alla Juventus passando da Ferrari a Gedi e moltre altre.

In gioco ci sono anche le società degli Agnelli-Elkann nei cosiddetti paradisi fiscali, che sono state nascoste al fisco italiano, ma su cui ha puntato un faro la stessa Margherita Agnelli nei suoi numerosi esposti contro i figli. La Guardia di Finanza ha ricostruito l’esistenza di alcune società offshore come la Bundeena Consulting Inc, con sede nelle British Virgin Islands, domiciliata presso il trust Tremaco Trust Reg, in Liechtenstein, chiusa nel 2015. Gli investigatori hanno trovato tracce che portano a un tesoretto di 900 milioni di euro. Capitali di questa entità ricompaiono successivamente in società fiduciarie riconducibili a John, Lapo e Ginevra Elkann. A John Elkann, in particolare, sono riconducibili la Blue Dragons Ag, creata nel 2017, e la Dancing Tree, costituita nel luglio del 2020, entrambe radicate presso la Tremaco Treuunternehmen Reg.