Extracomunitari e multiproprietà: scontro sui temi della riforma in FIGC

La Serie A ha recentemente ribadito alcune delle sue proposte, come la reintroduzione delle multiproprietà e la modifica delle regole sugli extracomunitari.

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Gabriele Gravina (Foto: Claudio Villa/Getty Images)

Ci sono dubbi e preoccupazioni riguardo alla riforma del calcio, con alcune voci che sospettano che la sua protrazione sia una strategia per danneggiare l’immagine del presidente della FIGC Gabriele Gravina, specialmente agli occhi del governo, che dovrà affrontare richieste come il prelievo sulle scommesse e altre questioni legislative. Gravina sembra aver separato la riforma in questioni economiche urgenti e nella struttura dei campionati, con il rinvio dell’assemblea dell’11 marzo interpretato come un gesto distensivo per evitare ulteriori conflitti.

Tuttavia, la Serie A ha recentemente ribadito alcune delle sue proposte, come la reintroduzione delle multiproprietà e la modifica delle regole sugli extracomunitari, che erano state considerate superate da un nuovo clima di collaborazione. La Serie A sostiene l’importanza della proprietà di altre squadre nelle serie inferiori, anche in quote di minoranza, per evitare che i presidenti siano oberati di giocatori in esubero, considerando il limite FIFA sui prestiti che sarà ulteriormente ridotto dal mese di luglio.

Sull’argomento delle multiproprietà, va notato che attualmente sono abolite nel calcio professionistico, e la situazione dei De Laurentiis (con Napoli e Bari) ha una scadenza al 2028/29. Si parla – scrive Il Corriere dello Sport – anche di presunti interessamenti come quello di Lotito per il Barletta, che potrebbe portare a situazioni complesse in caso di promozione, analoghe a quelle riscontrate nel 2021 con la Salernitana.

Per quanto riguarda gli extracomunitari, si sottolinea che la norma italiana è considerata la più restrittiva, consentendo solo due acquisti all’anno con l’obbligo di sostituirne uno. La Serie B spinge per un aumento del numero, ma sembra che la proposta non abbia il sostegno delle istanze federali. La Serie A non ritiene adeguata la proposta del 6+6 sulle liste in sostituzione del modello UEFA 4+4.

i sono anche questioni legali da risolvere, come le ricadute della sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue che considera il parametro dei “local” come una discriminazione indiretta. Gli aspetti economico-finanziari della riforma, come l’indice di liquidità, il nuovo indicatore di indebitamento e il costo del lavoro allargato, non sono stati ancora approfonditi, ma si prevede che saranno oggetto di discussioni future durante le assemblee della Lega Pro e della Serie A, insieme al consiglio direttivo della Serie B.

Gli incontri sulla riforma del calcio proseguiranno il 27 febbraio, il 6 marzo e probabilmente il 13 marzo. Mentre il Consiglio federale in cui si deciderà una fetta importante della riforma è programmato per il 28 marzo.