La Serie A si riscopre divisa. Dopo mesi di unità e votazioni ampiamente condivise su tanti temi, la vicenda delle riforme federale riapre una spaccatura che sembrava essersi ricucita e domani il clima è atteso particolarmente acceso in una nuova assemblea di Lega convocata per oggi a mezzogiorno nella sede di via Rosellini a Milano.
Inizialmente all’ordine del giorno erano previsti solo “temi federali” verso l’assemblea dell’11 marzo oltre a sponsor e diritti tv internazionali, ma lo scontro si accenderà molto probabilmente su altro. Le big da un lato, le medio-piccole dall’altro: tema del contendere in particolare la possibilità di riportare il campionato a 18 squadre, ma sullo sfondo c’è anche una lotta più ampia a livello federale. Non a caso, nei giorni scorsi Inter, Juventus e Milan si sono rivolte direttamente al presidente della Figc Gabriele Gravina, in un incontro rivelato dall’ANSA, per spingere sul fronte della riduzione del numero dei club, nemmeno 24 ore dopo le parole del numero uno della Lega Lorenzo Casini che aveva detto come la posizione della Serie A sia quella di rimanere a 20, mentre “semmai bisognerebbe ragionare su format diversi”.
Una unità che sembrava esserci anche solo una settimana fa, considerando che tutti i club si erano dichiarati favorevoli alla richiesta di maggiore autonomia rispetto alla Figc in stile Premier League. La scorsa settimana è andato in scena così in scena un continuo botta e risposta tra Gravina e Casini, dopo la minaccia di scissione: “Strumento di distrazione di massa”, l’accusa del numero della federcalcio. “È stata una proposta pacata, chiediamo di avere il giusto ruolo”, la replica del presidente di Lega.
Oggi si capirà quanto sia grave la spaccatura creatasi in Lega, quindi, nei giorni scorsi e, soprattutto, quanti club siano pronti a supportare la richiesta di Inter, Juventus e Milan di scendere a 18 squadre (anche se qualcuno si potrebbe spingere fino a chiedere le dimissioni dell’ad nerazzurro Marotta dal ruolo di consigliere federale). “Sono contrario come altre 12 medio-piccole, non capisco il senso di togliere un sogno a tanti club”, aveva detto a fine gennaio il presidente del Lecce Sticchi Damiani, mostrando già allora quanto potrebbe essere profonda la rottura tra le fazioni.
All’orizzonte intanto c’è l’assemblea straordinaria Figc dell’11 marzo, con la Lega e le altre componenti che presenteranno ciascuna il proprio progetto di riforme. Come la Serie B, che tra le altre proposte ha messo sul tavolo un diverso ordinamento dei campionati creando una Serie C elite professionistica da 20 squadre e una Serie C dilettantistica da 40 club, oltre a una diversa configurazione dei pesi delle leghe a livello federale e una crescita della mutualità.