C’è un nuovo capitolo nell’iter per la costruzione del nuovo stadio del Milan a San Donato. A inserirsi nel percorso verso la costruzione di un nuovo impianto c’è la richiesta di un referendum consultivo, presentata ieri mattina dal “Comitato No Stadio” formato da residenti del Comune alle porte di Milano.
«Volete voi, cittadine e cittadini di San Donato Milanese, che sul territorio comunale di San Donato Milanese venga realizzato un intervento a carattere sportivo e commerciale che includa l’insediamento di un nuovo stadio di calcio?», è il testo della domanda che i promotori intendono sottoporre a tutti gli abitanti di San Donato.
Il quesito, sostenuto da 120 firme autenticate (ma per indire il referendum serviranno almeno altre mille firme), è stato già depositato presso il Comune. I nodi sono quelli evidenziati anche nel corso della conferenza stampa del sindaco Francesco Squeri: viabilità, trasporti, mobilità e parcheggi soprattutto in occasione delle partite infrasettimanali in concomitanza col deflusso di quasi 20mila lavoratori dagli uffici della zona.
Milan referendum stadio – Cosa dice lo Statuto di San Donato
Ma quanto e come potrà impattare questo referendum? Consultando lo statuto di San Donato, all’articolo 46 si legge che «sulle materie di esclusiva competenza del Comune e su atti adottati o da adottarsi da organismi politici collegiali attinenti alla tutela di interessi generali possono essere indetti referendum popolari con finalità consultive, propositive e abrogative. Le proposte di referendum devono essere corredate da almeno 100 firme autentiche di cittadini elettori proponenti».
In questo caso si tratta di un referendum consultivo, che non sbarra dunque la strada a eventuali scelte diverse da parte del Comune. Non solo. Spetterà comunque al Collegio dei Garanti stabilire se il quesito sarà ammissibile. Questo organismo (già nominato nell’ambito del referendum su San Siro a Milano) è composto da tre membri di cui due votati dal Consiglio Comunale, ed elegge al suo interno il proprio Presidente.
In ogni caso il percorso verso un ipotetico referendum non ostacola l’incedere della macchina amministrativa. Il Milan e il Comune di San Donato continueranno ad avvicinarsi al possibile inizio dei lavori con le tappe dell’accordo di programma. Si tratta della conferenza tra i vari enti e aziende che sono chiamate in causa della realizzazione dell’opera: Regione Lombardia, Comune di Milano, Ferrovie dello Stato e Parco Agricolo Sud Milano, oltre a Sportlifecity ma senza diritto di voto.