Lotito: «Gli sgravi per i calciatori possono tornare: Salvini non sa di cosa parla»

«Favori a calciatori milionari? Sono le società che pagano l’Irpef sui calciatori non i calciatori stessi», ha detto il patron della Lazio sul tema.

Lazio progetto Flaminio
(Foto: Marco Rosi - SS Lazio/Getty Images)

Claudio Lotito torna a parlare della possibile reintroduzione del Decreto Crescita. Il riferimento, in particolare, è all’emendamento al decreto Milleproroghe che chiede di prorogare fino al 2028 gli sgravi fiscali per i calciatori. Il contesto è il caso Sgarbi e la presa di posizione del patron della Lazio contro l’attuale Premier Giorgia Meloni.

A chi gli chiede se questa posizione non sia solo una ripicca perché sa che la sua legge sul calcio non passerà, Lotito risponde così: «E chi l’ha detto che non passa? Non ci sono resistenze politiche…», le sue parole riportate da Il Fatto Quotidiano. «Partiamo dal principio, la proroga per gli sgravi ai calciatori è una norma che serve per il sistema Paese. C’era un periodo in cui la gente andava via dall’Italia verso il Portogallo perché si pagavano meno tasse: adesso rischiamo la stessa cosa con i calciatori», ha spiegato.

«E poi bisogna precisare che solo il 7% dei beneficiari di questa norma riguarderebbe sportivi, tra questi calciatori», continua il presidente della Lazio. Che poi parla del possibile favore al calcio: «Questa è una legge che serve per dare competitività al nostro campionato anche se alla mia Lazio non serve a niente. L’anno scorso abbiamo avuto l’Inter in finale di Champions, la Roma di Europa League e la Fiorentina in Conference».

«Se questa legge non passa non ci arriveremo più: vogliamo fare le nozze coi fichi secchi. Senza gli sgravi, Lukaku non sarebbe alla Roma oggi. Ma le dirò di più: io sono addirittura favorevole all’abolizione ma basta salvare i contratti esistenti con una norma transitoria». Difficilmente passerà, anche perché lui vuole prorogarla fino al 2028.

Il Ministero dell’Economia, nel frattempo, fa resistenza: «Sono strumentali, perché non capiscono. Non c’è bisogno di coperture». Matteo Salvini ha fatto saltare la legge in Consiglio dei ministri: «Lo so, quel giorno Meloni non presiedeva: se ci fosse stata non sarebbe successo. Favori a calciatori milionari? Salvini non sa di cosa parla, lo vede che non capisce niente? Sono le società che pagano l’Irpef sui calciatori non i calciatori stessi».