Gli insulti razzisti rivolti a Mike Maignan durante Udinese-Milan dello scorso sabato hanno già portato all’individuazione di cinque persone, quattro uomini e una donna, che sono state colpite da Daspo, della durata di cinque anni, e dalla decisione del club friulano di bandirle a vita dal proprio stadio.
Una punizione forte per dare un segnale chiaro: certi comportamenti non saranno più accettati. E la celerità delle indagini, e delle pene, in questo caso, che ha fatto il giro del mondo a seguito del comportamento del portiere francese. Ma non è finita qui.
Infatti, come riporta l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, nella giornata di ieri il ministro dell’Interno Matteo Piantendosi ha convocato i vertici del calcio italiano per per discutere attivamente di possibili soluzioni al razzismo negli stadi. Hanno risposto presenti il ministro per lo Sport e per i Giovani, Andrea Abodi, e i presidenti di FIGC e Lega Serie A, Gabriele Gravina e Lorenzo Casini.
Piano Governo contro razzismo stadi – Adeguare l’impianto di sicurezza negli impianti
L’incontro, durato più di un’ora, ha messo sul tavolo diverse idee e ha portato alla costituzione di un gruppo di lavoro che si impegnerà per verificarne la fattibilità con l’obiettivo primario di andare a colpire i singoli. Uno dei nodi riguarda le infrastrutture. Il Bluenergy Stadium di Udine si è distinto in questa occasione per tecnologia e efficienza: grazie alle oltre 300 telecamere di sicurezza con microfoni è stato infatti possibile identificare e punire i cinque autori degli insulti al portiere rossonero, e non è detto che non ne vengano scoperti altri nelle prossime ore.
«L’Udinese è una società virtuosa, con un impianto all’avanguardia che ha permesso di intervenire con tempestività. Il gruppo di lavoro dovrà capire come intervenire per portare tutti gli impianti di Serie A a quegli standard», ha detto Casini. Gravina ha poi aggiunto: «L’incontro è stato molto positivo, abbiamo delineato alcune idee e progetti che possono comunque migliorare la qualità infrastrutturale. Mi riferisco in particolare all’ipotesi dell’inserimento del riconoscimento facciale». Il ministro Abodi rivela un ulteriore passo da valutare: «C’è la possibilità che non soltanto gli otto stadi dei club lungimiranti siano tecnologicamente avanzati, ma che anche tutte le altre debbano adottare questo sistema integrato che consenta la riconoscibilità di chi entra allo stadio. Esiste uno strumento che è il sistema di licenze nazionali che contiene anche gli obblighi infrastrutturali: adeguare la tecnologia a certi standard potrebbe diventare un vincolo per partecipare al campionato». Su quest’ultimo punto è molto difficile che si provveda in tempo per l’inizio del prossimo campionato, ma è comunque una misura che si vuole introdurre il più presto possibile.
Piano Governo contro razzismo stadi – L’efficacia del Daspo
Ma le telecamere non bastano. Un altro tema per rendere l’applicazione delle norme più funzionale ed immediata è la questione Daspo che però è materia del questore e quindi nulla centra con la materia sportiva. Proprio ieri, il Partito Democratico ha depositato una proposta di legge per portare la durata massima a 10 anni (ora è a cinque) ma i vertici coinvolti nell’incontro non pensano che alzarne la durata sia il mezzo più efficace. Anche se nessuna opzione è stata scartata a priori.
Ci si è concentrati piuttosto su soluzioni che possano migliorare l’efficacia del Daspo, compreso un percorso di recupero per non dimenticare l’aspetto culturale di un fenomeno come il razzismo. «È un aspetto che mi trova molto favorevole – ha commentato Gravina -. Il Daspo è sicuramente uno strumento che sta dando i suoi frutti, inasprirlo non so a cosa possa servire». Casini aagiunge: «Il Daspo ormai determina quasi sempre la pena più severa possibile, sarà compito del gruppo di lavoro approfondire pure questo tema». Anche stavolta è Abodi a fare un passo in più: «Si analizzerà immediatamente la struttura del Daspo, valutandone pure la tracciabilità nei documenti personali di chi è colto dal provvedimento (oggi il procedimento non compare al casellario giudiziario, ndr). Cercheremo poi la collaborazione dei club nel ritiro del gradimento allo stadio dei tifosi che si macchiano di razzismo, credo sia uno strumento efficace e da promuovere, anche per tutelare chi va in serenità a vedere una partita di calcio».
Intanto, come è successo in passato, per la gara a porte chiuse che dovrà giocare l’Udinese contro il Monza (in caso il provvedimento del Giudice Sportivo rimanga valido anche dopo il ricorso della società friulana) lo stadio Bluenergy potrebbe doversi preparare ad accogliere i bambini. «Se possibile vorrei che lo stadio fosse vuoto di adulti e pieno di bambini delle scuole calcio. Avrebbe un significato importante». E sulla sanzione all’Udinese, che colpisce tutti i tifosi e non solo i colpevoli, Abodi ha aggiunto: «Il referto ha registrato che al rientro in campo dei calciatori lo stadio ha fischiato, così come ogni volta che Maignan ha preso palla. Non si è compresa la gravità del fatto e comunque, come ha detto il portiere rossonero, chi resta in silenzio è complice». Il presidente Gravina è intervenuto poi sul ricorso dell’Udinese: «È un suo diritto farlo, quello che mi interessa è che si arrivi a un atteggiamento positivo del resto della tifoseria. Quindi è importante far scattare sia le attenuanti sia le esimenti. Purtroppo a Udine non è accaduto»