Non solo calcio: danni anche per il basket dall’abolizione del Decreto Crescita

L’abolizione dei benefici fiscali per gli sportivi professionisti impatta anche sul mondo della pallacanestro, in particolare su Milano e Bologna.

Basket Decreto Crescita
(Foto: INA FASSBENDER/AFP via Getty Images)

Non c’è solo il calcio tra gli sport colpiti dall’abolizione dei vantaggi fiscali legati al Decreto Crescita. Il tema infatti riguarda tutti gli sportivi professionisti che spostano la propria residenza in Italia dopo almeno due anni trascorsi all’estero: una norma che ha portato anche notevoli vantaggi ad altri sport come ad esempio il basket.

Dal momento infatti dell’entrata in vigore delle norme, in particolare due società cestistiche come Olimpia Milano e Virtus Bologna ne hanno approfittato, portando in Italia non solo campioni stranieri ma anche riportando giocatori e allenatori italiani di altissimo profilo nel nostro campionato. Una situazione agevolata anche dalla soglia minima prevista dal Decreto per gli ingaggi e pari a 500mila euro, contro 1 milione di euro minimo richiesto nel mondo del calcio.

Una lunga sequenza di nomi partita nell’estate 2019, quando a Milano sbarcano tra gli altri Ettore Messina in panchina e Sergio Rodriguez in campo, mentre a Bologna arriva Milos Teodosic. Nel 2020, poi, la sequenza continua: la Virtus riporta in Italia Marco Belinelli dopo gli anni in NBA mentre a Milano arrivano nomi come Luigi Datome, Kyle Hines e Shavon Shields. Nel 2021 l’Olimpia riabbraccia Nicolò Melli di ritorno dagli USA, mentre Bologna decide di cambiare in panchina, facendo tornare in Italia Sergio Scariolo dopo gli anni tra NBA e Spagna, approfittando poi dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina anche per far arrivare a Bologna Daniel Hackett e Toko Shengelia.

Finita qui? No, tutt’altro. Nel 2022 Milano saluta Rodriguez e sfrutta ancora le norme per portare in Italia giocatori come Kevin Pangos e Johannes Voigtmann, ma soprattutto nell’estate 2023 arriva il colpo più oneroso, ovverosia Nikola Mirotic. Tutti nomi di campioni di altissimo profilo che, difficilmente, le due big del basket avrebbero potuto strappare ai top club d’Europa.

Basti pensare ad esempio che nel bilancio 2023 l’Olimpia ha registrato ricavi per 35 milioni, con costi per gli stipendi per 22 milioni e un rosso di 5 milioni, mentre la Virtus ha avuto un fatturato di 25 milioni, stipendi per 20 milioni e un rosso di 8 milioni: in Spagna, invece, Real Madrid e Barcellona pesano sui conti dei rispettivi club calcistici, con i blancos che nel 2022/23 a fronte di 22 milioni di ricavi hanno avuto costi per 50 milioni e un rosso di oltre 30 milioni, mente i blaugrana hanno registrato un fatturato di 14 milioni con costi per circa 50 milioni e un rosso sempre pari a 30 milioni.