Occorre un rilancio per gli ultimi tre anni di legislatura della maggioranza a Palazzo Marino. I consiglieri di centrosinistra sono in preda a una forte turbolenza dopo le accuse lanciate in aula dal sindaco di Milano Giuseppe Sala che non ha risparmiato rimbrotti e frecciate alla sua parte politica.
L’ultimo episodio riguarda la faida interna ai Verdi dove Carlo Monguzzi, spesso critico nei confronti del sindaco e della giunta viene accusato dai suoi due colleghi, Francesca Cucchiara e Tommaso Gorini, di puntare «sulla rassegnazione, sul rancore e sulle accuse». Di non parlare a nome dei Verdi, ma solo a titolo personale: egocentrico e individualista.
A smentire i due consiglieri – scrive Il Corriere della Sera – è arrivata la portavoce milanese dei Verdi, Mariolina De Luca: «Appoggio tutte le battaglie di Monguzzi perché sono le nostre battaglie: San Siro, Area B,Area C, consumo di suolo». Il malessere parte da lontano, su questioni come la mobilità, lo smog, San Siro e Sala che nei giorni scorsi non ha fatto altro che ripetere al centrosinistra: attenzione, se si continua così, la città finisce in mano alla destra.
«È inutile nascondersi dietro a un dito. Va rilanciata l’azione del centrosinistra in città. Questo vuol dire sostenere Sala e affrontare alcuni temi veri su Milano, le sue paure, il suo futuro», ha detto il capogruppo del Pd in Regione, Pierfrancesco Majorino. Gli ha fatto eco Filippo Barberis, capogruppo Pd in Comune: «L’obbiettivo deve essere rilanciare e coinvolgere tutto il Consiglio sugli obiettivi strategici da qui alla fine della legislatura. È il modo migliore per superare tensioni su questioni più marginali».
Ha parlato anche Gabriele Rabaiotti, capogruppo della Lista Sala. E sull’uscita di Fedrighini spiega: «È una situazione che prescinde da sindaco e Consiglio e che rende difficile il lavoro dell’aula relegata a attività di scarsa importanza e non strategiche. Se non si lavora su questo, il rischio è di incappare in casi come quelli dell’altro giorno».
Infine, Giulia Pastorella, vicepresidente di Azione: «Niente drammi. È la normale dialettica tra esecutivo e legislativo. C’è un sindaco al secondo mandato, non ha bisogno di costruirsi una reputazione e sa cosa vuole. Non vedo la volontà di escludere l’aula, ma la sicurezza di chi sa il fatto suo. È il Consiglio che dovrebbe trovare le modalità per essere più efficace nella sua azione».