Una età media di 65 anni, oltre 10 anni di presidenza e tre mandati in carica: è questo il profilo dei presidenti delle federazioni sportive italiane. Che esultano, perché ora anche la Corte Costituzionale ha confermato lo stop al limite dei tre mandati per chi guida le maggiori discipline sportive.
Di fatto il tetto era già stato abolito con una norma inserita nel decreto PA dello scorso luglio quando la frase della legge 8-2018 “il presidente e gli altri componenti della giunta nazionale non possono svolgere più di tre mandati” era stato modificato con “il presidente e gli altri componenti della giunta nazionale possono svolgere più mandati”. Un emendamento (a firma on. Raffaele Nevi di Forza Italia) nelle commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera approvato dal Parlamento che apriva le porte all’eleggibilità no limits a n.1 delle federazioni sportive, con l’unica variante di una maggioranza di voto qualificata.
Nel frattempo, il ricorso alla Consulta era stato presentato da un dirigente di un comitato regionale: oggi la vittoria ‘giuridica’ ha messo un sigillo alla svolta politica, e naturalmente quanto stabilito ora se vale per gli organi territoriali non potrà non essere valido anche per quelli nazionali. Tutte le federazioni, insomma, non solo i comitati regionali; ma non il Coni, che a differenza degli enti privati federali è ente pubblico (quindi l’attuale presidente Giovanni Malagò, al momento, non potrà ricandidarsi).
Di fatto, il parere della Consulta conferisce un’aura di assoluta legittimità: “É incostituzionale la disposizione che vieta ai presidenti e ai membri degli organi direttivi delle strutture territoriali delle Federazioni sportive e delle discipline sportive associate di ricandidarsi qualora avessero svolto già tre mandati” quanto stabilisce la Corte con la sentenza numero 184, in cui si afferma che il divieto “definitivo e irreversibile contrasta con il principio di proporzionalità”.
Esultano (ma lo avevano già fatto con l’emendamento notturno) tutti i diretti interessati, perché tra i presidenti federali ce ne sono alcuni in carica da decenni: la media, dicevamo, è di 10 anni, ma c’è anche chi arriva a 30 anni alla guida di una singola federazione.
Come Sabatino Aracu e Luciano Rossi, numeri uno rispettivamente della FISR (Sport Rotellistici) e della FITAV (Tiro al volo), entrambi in carica dal 1993 e all’ottavo mandato. Nutrita anche la schiera di chi è stato eletto per sei volte consecutive, dal parlamentare Paolo Barelli (tuttavia al momento sospeso) alla guida della Federnuoto ad Angelo Binaghi, presidente della Federtennis dal 2000. Per il resto, su 46 federazioni sportive c’è un solo presidente under 50 (il 49enne Riccardo Giubilei della Federtriathlon), mentre per il calcio Gabriele Gravina è al secondo mandato da numero uno della FIGC, dopo la prima elezione nel 2018 in seguito alle dimissioni di Carlo Tavecchio e la seconda nel 2021.