Chelsea al taglio de costi: l'obiettivo è risparmiare 100 milioni in ingaggi

Oltre al finanziamento da 460 milioni di Ares Management, il club londinese ha già provveduto alla cessione dei calciatori con gli stipendi più alti come Koulibaly, Kanté e Havertz.

Chelsea taglio stipendi
(Foto: David Rogers/Getty Images)

Nella giornata di ieri è stato reso noto che il Chelsea, che dall’arrivo di Todd Boehly ha speso più di 1 miliardo di euro per l’acquisto di calciatori, ha concluso un accordo con la società statunitense Ares Management, per far fronte alle spese per importanti opere di ristrutturazione di Stamford Bridge e per sostenere il progetto della multiproprietà che la BlueCo sta portando avanti. Su quest’ultimo punto, dopo lo Strasburgo, il fondo ideato per investimenti calcistici da Clearlake Capital e soci sembra aver messo gli occhi anche su una quota dello Sporting Lisbona.

Come riporta il quotidiano statunitense Financial Times, oltre a questi 460 milioni di euro ricevuti da Ares, il Chelsea sta portando avanti una operazione di taglio dei costi. A confermarlo è uno dei co-fondatori di Clearlake Capital, fondo di Boehly e azionista di maggioranza del club londinese. «Penso che quello che stiamo cercando di fare sia ridurre gli stipendi ed essenzialmente i costi operativi dell’azienda di oltre 100 milioni di euro all’anno», ha dichiarato José Feliciano.

Questa estate, oltre a ricchi investimenti sui cartellini di giovani promesse del calcio mondiale, il Chelsea ha portato avanti una politica di risparmio sugli ingaggi più importanti. Infatti il club ha trovato il modo di liberarsi di calciatori come Kalidou Koulibaly, Kai Havertz e N’Golo Kanté, che erano quelli a pesare di più, a livello di ingaggio, sulle casse del club di Stamford Bridge. Discorso diverso per Romelu Lukaku, visto che il suo trasferimento alla Roma è in prestito oneroso secco, anche se i giallorossi contribuiscono alla maggior parte dell’ingaggio del belga, facendolo risparmiare al Chelsea, che riconosce solamente una parte del compenso stabilito.

«Abbiamo acquistato un asset molto ambito da molti altri potenziali acquirenti – ha continuato Jose Feliciano, intervenuto alla conferenza di private equity IPEM a Parigi -. Ci stiamo attrezzando per accontentare i nostri tifosi e siamo d’accordo con loro che il modo migliore per rendere il club sempre più grande e importante a livello mondiale sia quello di vincere trofei».

Modello che però sembra aver subito più di qualche rallentamento: «La squadra ha avuto una prima stagione difficile, che è coincisa con la nostra prima a comando del club. Ma siamo sicuri di avere a disposizione una quantità enorme di talento. Penso che quello che stiamo cercando di fare, a livello societario, sia quello di ridurre le le spese operative dell’azienda di oltre 100 milioni di euro all’anno».

Le risorse acquisite da Ares potrebbero servire ai Blues anche per la costruzione di un nuovo stadio. Negli uffici della società, infatti, non c’è solo la possibilità di ristrutturare Stamford Bridge, che non garantisce la capienza che gli altri grandi stadi inglesi possono avere. Senza dimenticare, come detto, il progetto della multiproprietà, dove il modello è in casa, ed è quello del City Football Group, proprietario del Manchester City e di altri club sparsi per il mondo, come il Palermo in Italia. Quest’ultimo punto viene ritenuto da Boehly e Clearlake Capital come fondamentale per l’espansione del Chelsea e come fonte principale di reddito in un prossimo futuro.

Infine, il Chelsea sta provando a concludere le contrattazioni per assicurarsi un main sponsor. Infatti, dopo qualche bocciatura arrivata dalla Premier League, i Blues stanno giocando le prime partite stagionali senza un marchio nella parte anteriore della maglia. A questa mancanza va aggiunto che per questa stagione i conti del Chelsea non possono godere delle ricche entrate della Champions League. La qualificazione alla prossima edizione, che sarà ancora più ricca con il nuovo format, è il primo obiettivo di Mauricio Pochettino.