Fininvest, ville e startup: tutti gli affari e gli investimenti di Luigi Berlusconi

L’ultimo dei cinque figli di Silvio è a capo del ramo di investimenti, con Barbara ed Eleonora come socie. Un ramo che lo scorso anno ha garantito un dividendo di 3 milioni di euro a testa.

luigi berlusconi soci
Luigi Berlusconi (Foto: PIERO CRUCIATTI/AFP via Getty Images)

Patrimonio Luigi Berlusconi – Luigi Berlusconi, ultimo dei cinque figli di Silvio, ha fatto della finanza il suo mondo, ben prima della scomparsa del padre. Ora che il fondatore dell’impero di famiglia non c’è più e con Marina e Pier Silvio impegnati a portare avanti Fininvest, la holding che gestisce tutte le altre società, Luigi è quello deputato a gestire i vari investimenti, data la sua esperienza finanziaria.

Come riporta l’edizione odierna del L’Economia del Corriere della Sera, Luigi Berlusconi ha come grande interesse il mondo della tecnologia, sui cui ha gestito importanti investimenti nel passato e a cui guarda per quelli futuri, senza ovviamente focalizzarsi esclusivamente su questo settore. Se Marina e Pier Silvio gestiscono Fininvest con le partecipazioni quotate di Mfe-Mediaset, Mondadori e Banca Mediolanum, Barbara, Eleonora e Luigi hanno una loro holding proiettata in altri business: si chiama Holding Italiana Quattordicesima e con l’eredità avrà il 47% di Fininvest.

Patrimonio Luigi Berlusconi – La gestione di H14

Da un anno Luigi ha scisso le sue attività extra-Biscione trasferendole nella H14, di cui lui è presidente. Barbara è amministratore delegato, mentre Eleonora segue tutto da distanza, concentrandosi sulla propria famiglia. Tutti e tre sono però nel consiglio di amministrazione, affiancati da Geronimo La Russa e Furio Pietribiasi. Le risorse per la crescita delle due holding sono arrivati, sin dall’inizio, dai cospicui dividendi Fininvest. Ma il family office H14 si è gradualmente trasformato in piattaforma per gli investimenti, con un attivo di oltre 400 milioni di euro. Luigi, per esempio, già sei anni ha deciso di entrare nel board di Soldo ltd, startup fintech concepita per semplificare la gestione delle spese di famiglia nella quale aveva investito anche Fininvest, realizzando poi 12 milioni di plusvalenza.

La crescita e la solidità (425 milioni di patrimonio netto) della H14 sono frutto delle scommesse, nella logica del private equity, in imprese innovative. Tre anni fa ecco l’investimento, in minoranza, nella E80, azienda familiare di Reggio Emilia nel campo dell’automazione dei processi produttivi con 230 milioni di fatturato. Spiccano tra le altre partecipazioni quelle in Jakala, la società di marketing tecnologico fondata da Matteo de Brabant, nella società di consegne Deliveroo, di arredo Westwing, poi Bending Spoons e proprio pochi giorni fa Qualifyze, startup tedesca, piccola ma promettente, attiva nei sistemi di certificazione per la logistica dell’industria farmaceutica, con clienti come Teva e Sanofi.

In totale, nel 2022, la H14 ha investito 33,7 milioni tra acquisto di partecipazioni e aumenti di capitale delle aziende in portafoglio. La plusvalenze sulle azioni è stata di 12,26 milioni, l’utile di 17,8 milioni: 3 milioni ai tre soci come dividendo, il resto a riserva. A definire i contorni di interesse della holding, ecco che ci pensa il sito internet, ancora in via di costruzione, secondo cui la holding «agisce in qualità di partner di lungo periodo per sostenere gli imprenditori e le aziende digitali a espandere il loro business in Europa attraverso il suo network strategico». L’orizzonte è ambizioso: «L’obiettivo geografico degli investimenti è concentrato su Nord America ed Europa e, opportunisticamente, sui mercati emergenti».

Gli affari della H14 sono partiti dalla rete di relazioni della famiglia tra cui i fratelli Barilla e Angelo Moratti. Ma in seguito Luigi Berlusconi ha sviluppato il proprio network, senza mai schierarsi con singoli partner bensì aderendo alle operazioni organizzate da grandi fondi o da altri family office. In media queste quote restituiscono ritorni rotondi, attorno al 20%. La H14 investe anche attraverso la formula del club deal, unendo cioè le forze con altre dinastie imprenditoriali. Una delle sponde privilegiate per gli affari è Mediobanca private banking. Per la precisione Tec, acronimo di The equity club, la piattaforma per gli investimenti in club creata da Piazzetta Cuccia per captare l’interesse e la liquidità delle grandi famiglie di industriali e che dal 2018 porta opportunità di investimento a dinastie come Branca, Doris, Dompé e Marzotto. La H14 è da tempo in grado di attrarre talenti nella finanza, che in totale si attestano sulla decina.

Patrimonio Luigi Berlusconi – Gli investimenti immobiliari

Nel portafoglio personale dell’ultimo dei cinque figli di Silvio Berlusconi, invece, si scopre che per comprare casa Luigi ha dovuto stipulare un mutuo. Una pratica molto comune, anche se le cifre rispecchiano il potere di acquisto che un rampollo di famiglia possiede. La rata mensile, infatti, si attesta oltre i 50.000 euro al mese per una villa di 1.600 metri quadrati in un quartiere chic di Milano, nella quale vive con sua moglie e i suoi due figli, mentre la seconda casa è un lussuoso appartamento di 450 metri quadrati a due passi da Santa Maria delle Grazie.

Negli anni ’70 Silvio Berlusconi si trasferì nella ex Villa Borletti a Milano, quartiere Magenta-Triennale, L’abitazione di via Rovani divenne ben presto uno dei simboli dell’era berlusconiana. L’immobile era stato acquistato nel ‘74 da una società di Walter Donati, professionista all’epoca vicino al Cavaliere, poi nel ‘77 fu rilevata dalla Immobiliare Idra del gruppo Berlusconi e nel ‘96 dalla Fininvest che quattro anni fa, nell’ottobre 2019 l’ha venduta. Tant’è che nel bilancio di quell’esercizio si accenna alla «vendita dell’immobile residenziale utilizzato come sede di rappresentanza a Milano (…), ceduto nell’ottobre 2019 per un corrispettivo di 10 milioni». Mancava il nome dell’acquirente, che per altro già abitava lì: Luigi Berlusconi. Un’operazione chiaramente di famiglia e concordata tra i fratelli.

Luigi, a quanto risulta, si è fatto prestare il 100% dei soldi da Intesa Sanpaolo: 10 milioni al tasso annuo effettivo globale (TAEG), indicato al momento della compravendita, dello 0,91%, da restituire in 30 anni con 360 rate mensili da 31.028 euro ciascuna. Poi a corollario Intesa San Paolo ha accordato altri due prestiti ipotecari da 4 e 3 milioni, uno a 30 anni e l’altro a 28, per i lavori di ristrutturazione che sono terminati da poco. Perciò sulla villa milanese da 1.600 metri quadri su tre piani, con giardino e piscina scoperta sono state iscritte ipoteche per un totale di 34 milioni di euro.

Mentre la seconda casa, a due passi dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie e dal Cenacolo Vinciano, gli è stata venduta l’anno scorso da un avvocato specialista di real estate. Il prezzo non è noto ma se è andata come per villa Borletti allora i 6,8 milioni del mutuo concesso anche qui da Intesa Sanpaolo (TAEG 1,902%) corrispondono al valore della compravendita. E a questo punto le rate mensili complessive salgono ben oltre i 50.000 euro.