«Il costo della materia prima è fuori dal controllo europeo ed è in mano all’Opec e ai Paesi produttori. Noi possiamo fare poco». Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, è pessimista sull’andamento del prezzo del petrolio. In un’intervista rilasciata a Il Giornale, l’uomo ha parlato di «stessa speculazione che ha portato Mancini a dimettersi dalla Nazionale. Le sirene dei soldi dei sauditi già in passato hanno portato a fare il campionato mondiale di calcio in Qatar. Siamo noi Paesi consumatori che paghiamo dei prezzi altissimi per il gas e il petrolio».
«Ecco, quella è la speculazione, ma in Italia il settore di distribuzione di carburanti è molto povero. Non si può chiamare speculazione quella di chi si approfitta della situazione perché ci sono consumatori ricchi e disattenti che fanno benzina dove il prezzo è 2,70 euro mentre il cartello del prezzo medio regionale fissa il prezzo a 1,90. È il libero mercato, ma ricordo che quello del carburante è il settore con la maggior trasparenza in Italia», ha spiegato.
Sulla riduzione delle accise, Tabarelli spiega che prima «bisognerebbe ricordarci che l’Italia ha il debito pubblico più grande del mondo e non può permettersi di ridurre le entrate. Ogni anno, lo Stato spende 800 miliardi e ne incassa 600. Di questi 600 la maggior parte arrivano grazie alla tassazione petrolifera. Detto questo, si può ridurre l’Iva di un paio di centesimi, ma non di più. Bisognerebbe rifare l’accisa mobile».
Secondo Tabarelli, le colpe della situazione attuale hanno un nome ben preciso: «E’ colpa dell’Arabia Saudita che vuole incassare di più perché il principe Mohammed bin Salman vuole comprare i migliori calciatori del mondo. I sauditi possono ridurre la produzione e puntare a un prezzo più alto. Infine, l’Occidente continua a ribadire che intende usare sempre meno petrolio, ma secondo me è molto difficile trovare delle alternative. Se oggi tagliamo gli investimenti, in futuro avremo meno offerta e prezzo crescente».