Da Houston a Puerto Rico, i piani di Mundys dopo l’accordo Benetton-Perez

La holding di famiglia, grazie anche al gruppo finanziario Blackstone e di partner come il presidente del Real Madrid, vuole diventare il primo gruppo mondiale delle infrastrutture.

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Alessandro Benetton (Foto: Paolo Bruno/Getty Images)

Dopo aver concluso, la settimana scorsa, una partnership per lo sviluppo di Albertis, colosso delle autostrade spagnole, Mundys, ex Atlantia che fa capo alla famiglia Benetton, e ACS, la holding del presidente del Real Madrid Florentino Perez, sembra essere tornato il sereno nel rapporto fra le due realtà. Un rapporto che ha visto grandi lotte, qualche scaramuccia ma che è sempre andato avanti in nome degli affari.

Come riporta l’edizione odierna del L’Economia del Corriere della Sera, l’accordo fra le parti dovrebbe non far ritornare quegli «anni di stallo» che hanno contraddistinto il rapporto fra le due holding, come ammesso da Andrea Mangoni, CEO di Mundys. L’accordo prevede che entrambi i partner abbiano sei rappresentanti nel consiglio d’amministrazione, Mundys continuerà a nominare il CEO e il segretario generale mentre ad ACS spetterà il presidente e il CFO. Sarà poi trasferita ad Abertis la quota del 56% detenuta da ACS nell’autostrada SH288 di Houston, a dimostrazione di come Mundys, assieme ad ACS e sfruttando Abertis, voglia lasciare il segno anche fuori dai confini spagnoli. A confermarlo è lo stesso Mangoni: «Siamo qui per crescere e aspettatevi operazioni che rafforzeranno ulteriormente la nostra leadership. Abbiamo scritto solo il primo capitolo della storia».

Mundys, infatti, sta lavorando su più dossier. Il primo è Attiki Odos, l’infrastruttura che collega la città di Atene all’aeroporto. Inoltre «presenteremo un’offerta per un’autostrada a Puerto Rico». È quindi probabile che nei prossimi mesi Abertis sosterrà anche alcuni aumenti di capitale. La partnership con Perez, soprannominato “lo squalo” in Spagna, è necessaria in vista di questa espansione. ACS, creata e sviluppata nel pieno della bolla del mattone nel paese iberico, è arrivata a toccare circa 50 miliardi di ricavi.

Sembrano, comunque, essere lontani i tempi in cui l’attuale presidente del Real tentò la scalata ad Abertis con la famiglia Benetton impegnata con il lungo processo di vendita delle autostrade italiane alla Cassa depositi e prestiti e le varie dispute familiari, nate dopo il crollo del Ponte Morandi (14 agosto 2018) che ha causato 43 morti. Ma i Benetton non si sono fatti prendere di sorpresa e a gennaio dello scorso anno Edizione ha approvato all’unanimità la trasformazione in SpA e un cambio di governance. Alessandro Benetton è stato nominato presidente ed Enrico Laghi amministratore.

Al figlio di Luciano, azionista attraverso Ricerca di una quota diretta e indiretta del 25% di Edizione, al pari con le altre tre partecipazioni della dinastia, sono riservate varie aree di intervento. La più importante lo vede impegnato, insieme a Laghi, nella elaborazione dei piani «strategici, industriali e finanziari del gruppo». Al centro del nuovo corso sono state definite le partecipazioni ritenute strategiche (Atlantia, Autogrill e Benetton Group) il cui destino sarà sempre deciso in modo “collegiale”.

Edizione, azionista con il 33% di Atlantis, aveva da tempo allacciato i rapporti con Blackstone Group, una delle più grandi società finanziarie del mondo, in vista di un rafforzamento della propria presa sul gruppo. Ciò è avvenuto anche perché, con la chiusura del dossier Aspi ceduto a CDP e l’incasso degli 8 miliardi, si era aperta una nuova fase. Edizione ha respinto le avance iberiche e ha rilanciato con il delisting di Atlantia che adesso controlla con il 57% mentre gli altri azionisti sono Blackstone con il 37,8% e Fondazione CRT 5,2%.

L’imprenditore spagnolo ha quindi dovuto battere nuovamente in ritirata. Nel frattempo, Atlantia ha cambiato ragione sociale (Mundys) e amministratore delegato. Mundys punta a diventare il primo gruppo mondiale delle infrastrutture, con uno sguardo particolarmente attento alle Americhe. Ogni anno sulle sue reti vengono effettuati oltre tre miliardi di transiti mentre gli aeroporti italiani (Fiumicino e Ciampino) e francesi (Nizza, Cannes e Saint Tropez) ospitano oltre 60 milioni di passeggeri.

La controllata Abertis è la piattaforma nel settore autostradale. Gestisce realtà in Spagna, Italia, Francia, Cile, Messico, Brasile, Argentina, USA, Portorico e India. Nel corso del 2022 Mundys e si è aggiudicata Yunex, leader del settore Its (sistemi intelligenti per il trasporto), le cui piattaforme per il controllo dei flussi sono utilizzate in oltre 600 città. Yunex, insieme a Telepass, rappresenta le due asset companies nella mobilità integrata.

Sempre nelle scorse settimane Telepass ha preso atto delle dimissioni del CEO Gabriele Benedetto. La scelta sarebbe maturata a valle di un lungo confronto con gli azionisti. Va aggiunto che l’uscita di Benedetto si inserisce nello scenario di discontinuità manageriale all’interno della galassia Benetton: dopo aver modificato i vertici di Edizione ha scelto nuovi manager per Mundys, Autogrill si è fusa con Dufry e in Cellnex è recentemente approdato alla presidenza Marco Patuano. Nello scenario totale va escluso che Perez rimanga con le mani in mano senza studiare una mossa che lo riporti sulla cresta dell’onda, come testimonia la sua storia di imprenditore che lo ha fatto rinominare “lo squalo”.