Vincolo su San Siro, decisione collegiale: potrà essere ristrutturato

Il Corepacu, la Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia, ha valutato che il vincolo sarà apposto solamente nel 2025, visto che prima si rischia di cadere nell’abuso d’ufficio, ma questo sarà “semplice: vietato abbatterlo, ma non apporre modifiche all’intera struttura.

EURO 2032 stadi Italia
(Foto: Marco Luzzani/Getty Images)

L’ufficialità del vincolo sul secondo anello dello stadio di San Siro non è ancora arrivata, ma il quesito rimane solamente quando verrà comunicato e non più se verrà messo o meno, quello ormai, come comunicato dallo stesso Comune di Milano, sembra essere cosa certa.

Come riporta l’edizione de Il Corriere della Sera Milano, a dare il via libera alla decisione della sovrintendente per Milano, Emanuela Carpani, sono stati tutti i sovrintendenti lombardi, riuniti nella Commissione regionale per il patrimonio culturale (Corepacu) della Lombardia. Insieme a questi, anche la segretaria generale del ministero della Cultura per la Lombardia.

Su richiesta esplicita del Comune di Milano il Corepacu si è riunito nelle settimane scorse esclusivamente per discutere sul vincolo al secondo anello del Meazza. Quello che è avvenuto è stata una mera cortesia a un’altra istituzione, visto che la verifica vera e propria per decidere se apporre il vincolo o meno può scattare per legge solo al compimento del 75° anno del secondo anello, quindi nel 2025. Pena il possibile abuso d’ufficio.

Quella che è stata fatta è solo una valutazione, che però ha trovato tutti d’accordo: il vincolo nel 2025 verrà posto. Ora si aspetta una comunicazione scritta che sarà il Comune a ricevere e, molto probabilmente, una volta arrivata sarà il preludio alla rinuncia ufficiale di Inter e Milan di continuare con il progetto di uno stadio nuovo e condiviso accanto all’attuale Meazza, che sarebbe poi stato abbattuto per lasciare spazio alle attività collegate all’investimento delle due società per un nuovo impianto.

La questione vincolo, infine, impedisce l’abbattimento di San Siro ma non la sua riqualificazione in toto. Il motivo? Proprio il vincolo stesso, visto che questo sarebbe da definire “semplice”. Intorno a questo aggettivo ruota tutta la questione, visto che l’abbattimento sarebbe escluso per legge, ma non altri interventi di ristrutturazione che potrebbero dare nuova vita a San Siro anche senza il calcio.

Ovviamente l’abbandono congiunto di Inter e Milan non è ancora certo, visto che le alternative (San Donato per i rossoneri e Rozzano per i nerazzurri) sono tutt’altro che tracciate e definite nei minimi particolari. Insomma, non è da escludere che una delle due società, si vociferava dell’Inter viste le condizioni economiche della proprietà cinese Suning, possa valutare di rimanere ancora qualche anno a San Siro in solitaria.

Niente da fare, invece, per l’acquisto della struttura da parte di Inter e Milan, che avrebbero potuto così “aggirare” il vincolo, visto che San Siro sarebbe diventata proprietà privata e procedere con l’abbattimento, condizione sine qua non per il progetto del nuovo stadio nell’area attualmente adibita a parcheggio. Infatti, la legge prevede che per apporre un vincolo su un bene privato ci vuole un interesse particolarmente importante ed è quindi più difficile vincolarlo, mentre se il bene è pubblico, come San Siro, è richiesto il semplice interesse. Ma questa possibilità è subito tramontata, anche solo per il fatto che il Milan sia andato deciso su San Donato andando ad acquistare il 90% della società che ha già i permessi di costruzione nell’area di San Francesco.