Juventus, i 100 anni degli Agnelli e la nuova grande perdita di bilancio

Il club bianconero celebra i 100 anni della proprietà Agnelli: un secolo i cui festeggiamenti arrivano dopo una delle stagioni più complicate della storia bianconera.

John Elkann Juventus 100 anni proprietà Agnelli
FOOTBALL AFFAIRS
John Elkann durante l'evento di celebrazione dei 100 anni di proprietà della famiglia Agnelli della Juventus (Nicolò Campo Insidefoto)

La Juventus festeggerà il 24 luglio i 100 anni di proprietà della famiglia Agnelli, un vero e proprio record mondiale nel calcio dove nessun club professionistico del pianeta può vantare un secolo di continuità della propria catena di controllo. Se invece si allarga l’orizzonte pare che questo primato, sicuramente valido per il calcio, possa essere messo in dubbio nell’universo degli sport in generale dai Chicago Bears di football americano posseduti da 102 anni dalla famiglia Halas.

Ma chi possegga questo record è poco importante. Quel che preme sottolineare è che poche cose come il binomio Juventus-Agnelli hanno lasciato qualcosa di inscindibile nell’immaginario collettivo che ha avuto e ha tuttora un ruolo profondo nella storia sociale-economica e sportiva italiana. Nessuna squadra di calcio italiana è amata, e per converso odiata, come la Juventus. Tanto che Gianni Brera la definì «non una squadra di calcio, ma un fenomeno sociale».

Così come di pari passo per molti connazionali e non solo gli Agnelli hanno rappresentato la vera famiglia reale d’Italia, soprattutto nella seconda parte del Novecento. Mentre per altri sono stati una delle cause dei tanti mali di questi Paese.

Al di là di come la si pensi, però, un fatto è sicuro. L’avere alle spalle una delle famiglia più ricche e potenti per così tanti tempo ha dato alla Juventus una solidità patrimoniale nel corso di tutta la sua storia. E questo è un privilegio che nessun club italiano ha mai avuto, nemmeno le rivali storiche di stanza a Milano. E questa continuità non a caso si è tramutata nel numero di scudetti vinti e nella costanza dei bianconeri nella lotta per vincere il campionato, praticamente sempre presenti.

Il genetliaco sarà celebrato in varie maniere e tempistiche. Nei primi giorni della settimana prossima sono previsti eventi online di vari genere, con i festeggiamenti per la ricorrenza che andranno in scena sia sul sito che sui canali social della società. Poi un evento aperto a tutti i tifosi ci sarà il 9 agosto, quando il club aprirà le porte dello Juventus Stadium per un allenamento della squadra di Massimiliano Allegri.

Quest’anno infatti il club ha deciso di non iniziare la stagione come da tradizione da Villar Perosa, centro della Val Chisone di cui sono originari gli Agnelli, ma dalla vera e propria casa della squadra, ovvero lo Stadium. Una scelta dettata dal fatto che il club, proprio in virtù dell’eccezionalità dell’evento, il club vuole allargare al massimo la possibilità di fruizione ai tifosi. E quindi sia per motivi di sicurezza sia per questione di logistiche si è preferito scegliere lo Stadium piuttosto che il piccolo centro montano.

Inoltre va notato come nelle more delle problematiche legate all’eredità di Gianni Agnelli, la villa di famiglia di Villar Perosa è ora di proprietà di Margherita Agnelli, figlia di Gianni e madre di John, Lapo e Lavinia Elkann, con i quali però ha in corso una battaglia legale da svariati anni proprio sui temi dell’eredità dell’Avvocato Giovanni Agnelli.

Le celebrazioni per il centenario però non dovrebbero terminare qui. La società inoltre sta lavorando per organizzare un grande evento indoor da tenersi a Torino nel mese di ottobre. Un ampia kermesse dedicata a questi 100 anni di storia bianconera. E la scelta di fissarla per ottobre è legata al fatto che in autunno il capoluogo torinese ha una maggiore attrattività rispetto a quella che potrebbe un qualsiasi evento organizzato sotto i quasi 40 gradi di questa estate.

LE MOSSE DEL CDA “DI GUERRA” ASPETTANDO LA UEFA

Questo detto, è evidente che questo genetliaco non capita nel miglior momento della storia juventina. La società infatti esce da una delle annate più travagliate della sua gloriosa esistenza, coinvolta come è stata dalle inchieste sulle plusvalenze e sulla manovra stipendi che prima hanno azzerato il precedente CdA (rimpiazzato poi dal un consiglio composto da grandi competenze tecnico-giuridiche proprio per affrontare le battaglie legali). E poi hanno portato alla penalizzazione di 10 punti della squadra in campionato.

La squadra si è vista retrocedere quindi dal terzo posto ottenuto sul campo (quindi valevole per la qualificazione alla prossima Champions League) alla settima posizione, valevole soltanto per la qualificazione alla ben più modesta Conference League. Il tutto mentre è sempre pendente il giudizio della UEFA sulla possibile esclusione dei bianconeri dalla prossima stagione delle coppe europee. La sentenza non dovrebbe tardare molto.

Ora che la battaglia legale è quasi terminata – manca infatti solo il pronunciamento UEFA -, la sensazione è che la proprietà sia soddisfatta di come il nuovo management e il nuovo CdA “di battaglia” abbia gestito la partita con la giustizia sportiva. Un management che ha preferito utilizzare il basso profilo e che sostanzialmente ha portato a casa probabilmente il miglior risultato possibile.

Se è vero infatti che la squadra ha perso per questioni legali la qualificazione in Champions League guadagnata sul campo (con la retrocessione alla Conference League), è altrettanto vero che la scelta di patteggiare sulla questione stipendi – e quindi pagare una multa pecuniaria e non una ulteriore sanzione in punti – ha permesso alla Juventus di ottenere comunque un piazzamento valevole per le competizioni internazionali.

E questo sarà di grande valore se la UEFA decidesse di penalizzare i bianconeri escludendoli dalle coppe per un anno. Infatti il piazzamento UEFA permetterebbe alla Juventus di saldare da subito i suoi “debiti” con Nyon e quindi potranno pagare quando dovuto immediatamente rinunciando alla modesta Conference League. Ma saranno liberi di partecipare eventualmente alla Champions League 2024/25 se si piazzeranno tra le prime quattro nel campionato che va a iniziare.

Nel caso contrario, ovvero se la FIGC avesse inferto una penalizzazione più pesante, non permettendo ai bianconeri di non avere una posizione valevole per qualificarsi per alcuna manifestazione internazionale, il “debito” sarebbe dovuto essere saldato nell’estate 2024. Magari rinunciando a una eventuale qualificazione in Champions League ottenuta nel campionato 2023/24.

JUVE, IL BILANCIO TRA PERDITE E IPOTESI AUMENTO DI CAPITALE

Questo però non significa che il cielo sopra Torino sia scevro di nubi. Tutt’altro. Secondo le prime stime scolte da Calcio e Finanza e dopo aver consultato svariati analisti che hanno confermato le nostre previsioni, è plausibile pensare che il club bianconero dovrebbe aver terminato l’esercizio 2022/23 (conclusosi il 30 giugno scorso) con un passivo attorno ai 110 milioni. Una cifra in netto miglioramento rispetto al rosso record di 239 milioni registrato al 30 giugno 2022 ma che comunque rimane pesante per una società che ha ricavi per oltre 450 milioni.

Le cifre ufficiali saranno rese note in settembre, ma da una prima stima emerge chiaramente come il club abbia la necessità assoluta che subito il nuovo direttore sportivo Cristiano Giuntoli porti avanti una sessione di mercato con un occhio molto attento al bilancio. Sia per quanto concerne la voce di spesa sui nuovi giocatori sia per quel che concerne il monte ingaggi generale (nella stagione 2022/23 il più alto nel campionato italiano).

Questa sessione infatti ricadrà nel bilancio 2023/24 che avrà quasi sicuramente l’handicap di non poter beneficiare dei ricavi legati alla partecipazione della squadra alle coppe europee. E per dare un’idea di quanto contino le manifestazioni internazionali sui bilanci dei club, si pensi che nella stagione 2022/23 appena terminata la Juventus ha incassato qualcosa come 63 milioni dalle manifestazioni europee tra incassi e premi UEFA. E questo nonostante la prematura uscita in Champions League.

Soprattutto però è necessario tenere presente che nell’ultimo documento ufficiale pubblicato dalla società bianconera, ovvero la semestrale al 31 dicembre 2022 il patrimonio netto della Juventus era pari a 135 milioni.

Ora, tenendo presente:

  • la possibile perdita stimata di questa stagione (150 milioni, cioè in sostanza ulteriori 120 milioni rispetto al -30 del primo semestre)
  • e che nella prossima stagione la Juventus presumibilmente non disputerà alcuna manifestazione internazionale e quindi probabilmente chiuderà il bilancio 2023/24 nuovamente in forte perdita (a meno di plusvalenze enormi nelle sessioni di mercato intercorrenti)

Appare possibile pensare, anche se va detto che Exor sinora ha sempre escluso questa necessità, che il club si potrà trovare, magari nella stagione 2024/25, dinnanzi alla esigenza di un nuovo aumento di capitale, anche perché nel febbraio 2024 arriverà a scadenza il bond da 175 milioni emesso nel 2019 e dovrà essere quindi ripagato.

Si tratta ben inteso di una ipotesi e svariate variabili possono intervenire nel frattempo. Questo però è evidente che si tratta di una prospettiva che non può rallegrare molto i soci del club bianconero, dopo che negli ultimi quattro anni gli azionisti, ed Exor è sempre stata in prima fila partecipando sempre pro quota (la holding ha il 63,8% del capitale) hanno già iniettato nella case bianconere 700 milioni in due diversi incrementi di capitale. Nello specifico 300 milioni nel 2019 mentre l’ultimo incremento è stato varato nel 2021 quando vennero versati ulteriori 700 milioni.