C’è un grande segreto che aleggia sulle trattative per i diritti tv della Serie A: le cifre finora offerte da parte di DAZN, Mediaset e Sky. Dopo le prime trattative private, il contenuto delle nuove proposte da parte delle emittenti è infatti rimasto ancora segreto. Le offerte oggi sono state consegnate al notaio in busta chiusa, ma ad aprirle è stato l’amministratore delegato della Lega Serie A Luigi De Siervo. Che, al momento, è l’unico a sapere cosa c’era scritto: dopo l’apertura, si è recato al piano superiore degli uffici in via Rosellini, per comunicare ai club in assemblea che la cifra si sta avvicinando all’obiettivo prefissato ma che servono nuove trattative private per cercare di raggiungere il target.
È una partita a scacchi, quella che sta giocando l’ad della Lega: rendere note le offerte in assemblea significherebbe, infatti, mandare di fatto a monte le trattative, considerando che a quel punto tutti i partecipanti all’asta conoscerebbe le proposte degli altri e potrebbe quindi sfruttarlo a proprio favore nella nuove fase di trattativa.
Non solo scacchi, in realtà, ma c’è anche un po’ di Tetris nel tentativo di massimizzare le offerte da parte delle televisioni. Perché la Lega e la commissione dei dirigenti commissione formata da cinque club, ovverosia Atalanta (con l’ad Luca Percassi), Inter (con il legale Angelo Capellini), Lazio (con il patron Claudio Lotito), Napoli (con il patron Aurelio De Laurentiis) e Udinese (con il vicepresidente Stefano Campoccia), insieme stanno cercando l’incastro giusto per accontentare le emittenti.
Non a caso, si è già svolta una prima scrematura e riscrittura dei pacchetti, passati da otto a cinque dopo il primo giro di trattative private. Ora il tentativo sarà quello di ulteriormente lavorare per avvicinarli alle richieste, con risvolti in particolare sul tema pick (ovverosia le scelte sulle partite da trasmettere), esclusive e co-esclusive.
La speranza è anche quella che entro il 2 agosto, termine ultimo fissato per concludere le trattative private, arrivi anche l’approvazione definitiva della legge contro la pirateria: un elemento ritenuto fondamentale per andare a recuperare quantomeno una parte dei 300 milioni annui versati in quel circuito.