Serie A, perché è ancora presto per dire “flop” sui diritti tv

Ecco perché è ancora troppo presto per parlare di “flop” nell’asta per l’assegnazione dei diritti del prossimo ciclo.

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(Foto: Andrea Staccioli / Insidefoto)

Il patron del Napoli Aurelio De Laurentiis ha dichiarato che le offerte presentate dai broadcaster per i diritti televisivi della Serie A al primo giro non hanno raggiunto quota 600 milioni di euro. «Anche meno» di questa cifra, ha risposto parlando a margine dell’assemblea di Assonime (l’associazione per le società per azioni italiane) tenutasi a Roma.

Rispondendo all’agenzia di stampa Radiocor, De Laurentiis ha spiegato che «si sapeva» che le offerte «sarebbero state basse». Il proprietario e presidente del Napoli è parte della commissione che il prossimo 29 giugno prenderà parte alle trattative private con le emittenti, prima di portare le offerte nell’assemblea di Lega che si svolgerà il giorno successivo, il 30 giugno.

Ma come mai le proposte di Sky, DAZN e Mediaset sono state decisamente inferiori a quegli 1,2 miliardi che la Serie A ha stabilito come cifra stagionale minima per essere obbligata ad accettare? Se da un lato non si possono non considerare le difficoltà nel monetizzare il prodotto calcistico di punta in Italia (con offerte arrivate da tre broadcaster e senza il tentativo di inserimento di nuovi attori come Amazon o la Rai, nonostante un bando con diverse possibilità offerte), d’altro canto va detto come sia ancora troppo presto per definire l’asta un “flop”.

Come accaduto anche per il ciclo 2021-2024, era evidente che si sarebbe passati dalla fase delle trattative private senza poter chiudere immediatamente gli accordi con il primo giro di offerte. Mettendo sul tavolo le prime proposte, DAZN, Sky e Mediaset si sono guadagnate la possibilità di andare a trattare con la Lega, il che rende inverosimile – in ottica strategica – offerte complessive già vicine al miliardo di euro sin dall’inizio.

In questo modo i broadcaster hanno mantenuto un ampio margine di trattativa, mentre la Lega dal canto suo cercherà di trovare la soluzione migliore, derogando magari dal bando. Nel corso della trattativa con le piattaforme, infatti, la Serie A per cercare di massimizzare il profitto non sarà strettamente legata alle offerte che le emittenti hanno presentato sui singoli pacchetti: l’obiettivo resta infatti quello di incassare il massimo possibile e per farlo la Lega potrà anche combinare diversamente i pacchetti per raggiungere il target desiderato, che potrebbe aggirarsi intorno ai 900 milioni di euro.

 

Basti pensare che nella trattativa che portò all’assegnazione per i diritti tv nel ciclo 2021-2024, DAZN offrì intorno ai 540 milioni di euro, per poi chiudere a quota 840 milioni a stagione (con il massiccio contributo iniziale da parte di TIM). Solo a seguito dei risultati delle trattative private sarà dunque possibile tirare le somme e capire di più sul valore del prodotto calcio.