Quali sono i direttori marketing più influenti al mondo? Anche per quest’anno, la rivista specializzata Forbes ha pubblicato l’elenco dei 50 Chief Marketing Officer la cui influenza sui brand, attività, cultura, persone e comunità di marketing globale si distingue in maniera particolare.
La valutazione di un CMO richiede un contesto, poiché ciò che qualcuno considera “influente”, qualcun altro potrebbe non definirlo tale. Per questo motivo Forbes, insieme al suo principale partner di ricerca, Sprinklr, e con dati e analisi supplementari chiave forniti da LinkedIn, ha costruito un ampio, sfaccettato e rigoroso approccio basato sui dati, analizzando oltre 11 miliardi di singoli punti per arrivare ai 50 CMO più influenti.
Il processo del 2023 è stato avviato con un universo iniziale ammissibile di 2.892 marchi o aziende che apparivano in una o più di sette fonti di dati distinte e autorevoli (tra cui The Forbes Global 2000 e Brand Finance 500), in aumento rispetto alle quattro fonti del 2022. E nei casi in cui l’azienda o il marchio non avessero un dirigente con il titolo di CMO, abbiamo considerato il dirigente più anziano con responsabilità per il marketing, i clienti e/o l’esperienza digitale.
Per passare da quasi 3.000 candidati ai 50 CMO finali, è stato utilizzato un processo di screening basato sui dati che assegnava un punteggio sui dati che comprendevano 20 indicatori di influenza separati. Complessivamente, i 50 CMO riconosciuti come i marketer più influenti al mondo, provengono da aziende con sede in 13 paesi in tutto il mondo e hanno un’influenza diretta su migliaia di marchi in tutte le categorie e settori, a livello globale.
Guardando la classifica, al primo posto si trova William White di Walmart, la società proprietaria dell’omonima catena di negozi al dettaglio fondata nel 1962. Segue al secondo posto Marcel Marcondes, che lavora per Anheuser-Busch InBev. Il podio è completato infine da Conny Braams, che occupa il ruolo in Unilever, multinazionale britannica di beni di consumo titolare di 400 marchi tra i più diffusi nel campo dell’alimentazione, bevande, prodotti per l’igiene e per la casa. Ai primi posti della classifica – appena fuori dalla top 10 – è presente anche Lorenzo Bertelli, figlio di Patrizio Bertelli e di Miuccia Prada e presente come Group Marketing Director and Head of Corporate Social Responsibility del gruppo Prada.
Guardando al mondo del calcio, in classifica – al tredicesimo posto – è presente anche Romy Gai, Chief Commercial Officer della FIFA (organo di governo del calcio mondiale). Gai in passato è stato per 14 anni Chief Revenue Officer & Marketing Director e CEO Assistant alla Juventus in Italia (dal 1992 al 2006). «Sono lieto di essere stato incluso nella lista dei CMO riconosciuti da Forbes, perché questo dimostra che lavorare e collaborare con la FIFA è qualcosa che tutte le aziende e i marchi importanti vogliono fare. Alla FIFA siamo in grado di aprire le porte del mondo ai nostri affiliati commerciali in un modo unico e d’impatto, in primo luogo perché il calcio unisce il mondo e, in secondo luogo, perché la FIFA è un’organizzazione forte, dinamica e credibile», ha commentato. Di seguito, la top 15 dei CMO secondo Forbes:
- William White (Walmart)
- Marcel Marcondes (Anheuser-Busch InBev)
- Conny Braams (Unilever)
- Greg Joswiak (Apple)
- Dirk-Jan van Hameren (Nike)
- Marian Lee (Netflix)
- Asad Ayaz (The Walt Disney Studios e Disney+)
- Mathilde Delhoume-Debreu (LVMH)
- Tim Ellis (The National Football League)
- Harish Bhat (Tata Group)
- Lorenzo Bertelli (Prada)
- Chris Davis (New Balance)
- Romy Gai (FIFA)
- Tariq Hassan (McDonald’s North America)
- Laura Gentile (ESPN, in uscita dall’azienda per mettersi in proprio)