Le offerte per i diritti TV della Serie A per il periodo successivo al 2024 non hanno raggiunto il minimo garantito richiesto dalla Lega per arrivare a chiusura immediata. Le proposte presentate da DAZN, Sky e Mediaset sono state inferiori al minimo richiesto di 1,15 miliardi di euro a stagione, un risultato che porterà alle trattative private che si svolgeranno il prossimo 26 giugno per arrivare a definire gli accordi.
Questo risultato era prevedibile, considerando il contesto attuale e le scelte strategiche degli operatori interessati al massimo campionato italiano. Sky ha effettuato recentemente un investimento importante nella nuova Champions League (sempre dal 2024) ed è logico pensare che abbia dunque risorse limitate per fare la “voce grossa” sulla Serie A.
DAZN, senza il supporto di TIM, ha meno potere di spesa ma è interessata a restare il player principale del massimo campionato italiano, puntando soprattutto sul prodotto in esclusiva. Mediaset, infine, ha presentato un’offerta per i diritti in chiaro, sfruttando le opportunità di mercato messe a disposizione proprio dal bando della Lega.
In questo scenario complicato è evidente che le trattative per i diritti tv esteri diventeranno sempre più importanti. L’obiettivo è quello di accrescerne il peso sui ricavi, dopo che nell’ultima tornata hanno rappresentato il 18% del totale. Nello scenario internazionale, considerando che la Premier League resta inarrivabile (e lo dimostra il confronto sui ricavi da diritti tv tra i club italiani e quelli inglesi), la competizione si gioca soprattutto con La Liga spagnola e la Bundesliga tedesca.
Nel Football Affairs di questa settimana, il Direttore di Calcio e Finanza Luciano Mondellini fa il punto su uno degli asset principali del calcio italiano per club e sugli scenari in vista della partita per il futuro che si giocherà il prossimo 26 giugno.