La riforma della giustizia sportiva continua ad essere oggetto dibattito e discussione. La norma per evitare nuovi casi Juventus, ovverosia lo stop alle penalizzazioni in classifica durante la stagione, ha infatti sollevato alcune critiche da parte del Dipartimento Affari Giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio (DAGL), anche se il governo tira dritto, come spiegato dalla Gazzetta dello Sport.
L’articolo in questione prevede che “nelle cause sottoposte alla giustizia sportiva riguardanti l’impugnazione di sanzioni che comportano penalizzazioni che influenzano la classifica finale delle competizioni a squadre (…) le penalità sono applicabili solo dopo la sentenza definitiva emessa dagli stessi organi giudiziari sportivi”.
In pratica, le penalizzazioni diventerebbero effettive solo dopo che il Collegio di garanzia dello Sport del CONI emette una sentenza definitiva. Ad esempio, nel caso delle plusvalenze della Juventus, i 15 punti non sarebbero stati tolti dalla classifica fino a quando non fosse stata emessa una sentenza definitiva dal Collegio, che ha poi rinviato il caso alla Corte federale d’Appello che ha stabilito una penalizzazione di -10 punti.
Tuttavia, le critiche sollevate dal DAGL non riguardano il merito della questione. Nello stesso articolo si stabilisce che “entro trenta giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, le Federazioni e il CONI devono adeguare i propri regolamenti ai tempi dei processi di competenza dei rispettivi organi di giustizia sportiva”. In caso di mancato adeguamento entro il termine previsto, l’Autorità politica delegata per lo sport adotterà un decreto apposito.
Secondo i tecnici, l’intervento del governo in un ambito, come quello della giustizia sportiva, che ha sempre goduto di piena autonomia e dipende dal CONI, ma che ha anche una fonte sovranazionale rappresentata dal CIO e dalle federazioni internazionali, sarebbe giuridicamente incompatibile.
Tuttavia, è stato annunciato che la norma sarà comunque inclusa nel decreto. Il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, non intende avviare una battaglia con le organizzazioni sportive, ma vuole sottolineare l’urgenza di un provvedimento. Abodi continuerà le discussioni con il CONI e le federazioni coinvolte, in particolare il calcio, prima del Consiglio dei Ministri previsto per le 18 di oggi.
Il governo potrebbe rivedere la riforma una volta valutati i suoi effettivi margini di applicazione, ma è più probabile che si continui sulla strada del dialogo già avviata con il CONI, alla ricerca di un accordo che da un lato assecondi la volontà del governo e dall’altro possa salvaguardare l’autonomia dello sport.