Con il passare delle ore la curiosità sul testamento di Silvio Berlusconi, che dovrebbe essere già nelle mani del fidato notaio Arrigo Roveda, continua a crescere ed è soprattutto uno il quesito più ricorrente: cosa spetta a Marta Fascina?
Come riporta l’edizione odierna di MF-Milano e Finanza, l’ultima compagna dell’ex premier, che lui stesso ha sempre definito come moglie, potrebbe vedersi riconoscere un’eredità da 100 milioni di euro, più la proprietà di una-due ville e la residenza nella casa di Arcore. Queste sono le ultime indiscrezioni che, salvo clamorose sorprese, terrebbero la Fascina fuori da Fininvest, cassaforte che in 30 anni è valsa 2,5 miliardi alla famiglia Berlusconi.
Il controllo di Fininvest, quindi, sarebbe una questione fra i cinque figli dell’ex senatore di Forza Italia, Marina e Pier Silvio, avuti dalla prima moglie Carla Dall’Oglio, e Barbara, Eleonora e Luigi, nati dal secondo matrimonio con Veronica Lario. Senza dimenticare la questione Forza Italia, visto che fra le proprietà di Berlusconi c’era anche il simbolo del partito, fondato nel 1994. A questa si aggiunge anche la situazione debitoria di FI.
La questione politica potrebbe riservare un ruolo di primo piano alla Fascina, che nonostante abbia 33 anni si trova ad affrontare il suo secondo mandato da deputata e sarebbe pronta ad avere un ruolo di primo piano nelle scelte future del partito. Proprio le ultime nomine sui coordinamenti provinciali e delle grandi città, ratificate nella giornata di martedì dal comitato di presidenza di Forza Italia, sono state le ultime mosse di Berlusconi in politica e sono andate a premiare persone vicine a Marta Fascina.
Per il simbolo di Forza Italia, le indiscrezioni sembrano indicare in Marina e Pier Silvio come i prossimi proprietari. L’utilizzo è delegato all’amministrazione nazionale del partito, ossia al tesoriere Alfredo Messina. Proprio quest’ultimo ha presentato al comitato di presidenza il bilancio 2022, in miglioramento rispetto al precedente, ma sul quale pesano sia gli scarsi versamenti degli iscritti sia i circa 90 milioni di debiti nei confronti di Berlusconi stesso, intervenuto in passato a saldare, in qualità di fideiussore, i debiti del partito nei confronti delle banche.
La palla passa su questo fronte ai figli, tutti e cinque, così come il mantenimento della gestione del partito, almeno fino a un loro eventuale disimpegno, che in FI auspicano sarà graduale. In ogni caso sono escluse loro discese in campo. Almeno fino alle Europee, a guidare FI sarà il coordinatore nazionale, Antonio Tajani.