Strappo con Cardinale, Maldini e Massara verso l’addio al Milan

Divergenze con la proprietà e una gestione del mercato che non è piaciuta: così i due protagonisti dello Scudetto sono pronti a dire addio al club.

Perché Maldini e Massara lasciano il Milan
Paolo Maldini e Frederic Massara (Foto: Marco Luzzani/Getty Images)

Perché Maldini e Massara lasciano il Milan? La nuova stagione del Milan sembra essere già iniziata, e il via è di quelli da scuotere le fondamenta del club rossonero. Nella serata di ieri si è consumata quella che appare una rottura definitiva tra la proprietà e il duo Maldini-Massara, ai saluti nonostante il rinnovo di contratto arrivato appena l’estate scorsa.

Come riportato da La Gazzetta dello Sport, Cardinale e Maldini ieri si sono incontrati in hotel in mattinata e l’incontro non è andato bene per nulla. Il fondatore di RedBird è arrivato a una decisione: con Maldini non si può continuare. La giornata non ha portato comunicati ufficiali, ma la rottura sembra essere definitiva: il Milan continuerà senza il suo attuale responsabile dell’area tecnica.

La decisione di Cardinale riguarderà anche Frederic Massara, direttore e braccio destro dell’ex capitano. Ha lavorato con Maldini dal primo giorno, è stato protagonista della scalata verso Scudetto e semifinale di Champions, è stato fianco a fianco con Maldini nei grandi colpi e negli errori. Diverso invece il destino di Stefano Pioli, che dovrebbe restare in panchina. L’allenatore la fiducia della proprietà, comincerà questo nuovo ciclo rossonero.

Perché Maldini e Massara lasciano il Milan? Le ragioni

Ma quali sono i motivi del probabile addio? RedBird evidentemente non è stata soddisfatta sia dell’andamento della stagione, con un quinto posto trasformato in quarto solo dalla penalizzazione subita dalla Juventus, sia degli investimenti estivi, con De Ketelaere e Origi negativi. Dest, Adli e Vranckx quasi mai usati. Solo Thiaw, l’eccezione.

I contrasti si allargano poi alla visione delle decisioni sul calciomercato, con Maldini più portato a scelte di garanzia, da Arnautovic a Berardi, e Cardinale molto attratto da un modello di calcio basato sulla rivalutazione dei talenti e sull’uso dei dati come chiave per le scelte. Idee che appaiono molto poco conciliabili con l’autonomia di Maldini.

 

I due non saranno sostituiti, ma il nuovo Milan punterà su un lavoro di squadra, in un certo senso un esperimento per il calcio italiano. Gerry Cardinale sarà molto più coinvolto, più presente a Milano, l’AD Giorgio Furlani come figura chiave per tutte le decisioni strategiche e l’uso dei dati portato a livelli inediti per la Serie A.