Raffaele Bochicchio, morto quasi un anno fa mentre al centro delle indagini per aver sottratto diverse decine di milioni di euro a un lungo elenco di personaggi famosi, che vanno da Stephan El Shaarawy al procuratore sportivo Federico Pastorello passando da Antonio Conte, che ora vogliono vedersi restituire quello che il broker, che ha perso la vita in un particolare incidente stradale a Roma, gli ha sottratto.
Come riporta l’edizione odierna de La Repubblica-Roma, le persone che sono state frodate dal broker si sono opposte alla richiesta di archiviazione della procura che reputa il processo estinto “per morte reo”. Ma gli avvocati delle vittime hanno presentato istanza per controllare tutti i conti correnti delle persone vicine a Bochicchio, parenti e amici, in modo speciale quelli che conducono alla moglie Arianna Iacomelli, al fratello Tommaso e al socio in affari Sebastiano Zampa. Questi, secondo le indagini condotte, porterebbero a un caso di riciclaggio quantificabile in 1 milione e 700 mila euro.
«Gran parte delle somme investite dai risparmiatori – si legge in un’informativa della Finanza – non sono state impiegate nella sottoscrizione di strumenti finanziari, ma dirottate dai conti della Kidman (la Kidman Asset Management è la società a scatola vuota ideata da Bochiccio per i soldi dategli dagli investitoti, ndr) a quelli personali di Sebastiano Zampa e di Bochicchio. Poi da quest’ultimo movimentate a favore della moglie e del fratello Tommaso».
Ma queste accuse non hanno smosso la volontà della Procura di archiviare il caso e quindi costringere i truffati a mettersi l’animo in pace. Ma i vip non ci stanno e proseguono: «la Iacomelli infatti ha ricevuto da Bochicchio due bonifici per importi assolutamente considerevoli, nel periodo in cui risultava ormai conclamata l’insolvenza del broker. Si tratta del bonifico effettuato in data 18 maggio 2020 per l’importo di euro 520.000 e del bonifico effettuato in data 8 luglio 2020 per l’importo di euro 70.000» , si legge negli atti. «La stessa, inoltre – prosegue l’opposizione all’archiviazione – ha pacificamente svolto attività di monetizzazione di opere d’arte e mobili di pregio».
La stessa procura aveva accertato come la moglie di Bochicchio era a conoscenza di tutta la questione, come testimoniano le intercettazioni telefoniche fra i due nel corso del 2020. Inoltre le parti civili ritengono che occorrerebbe approfondire «la posizione di Tommaso Bochicchio. Quest’ultimo ha ricevuto dal fratello, nel corso degli anni e, segnatamente, fino al marzo 2019, bonifici per importi considerevoli» . C’è poi la posizione di Sebastiano Zampa, che secondo i vip truffati avrebbe aiutato Bochicchio a commettere una truffa.
L’ambasciatore Raffaele Trombetta, che fa parte del gruppo delle persone truffate, veniva, ad esempio, rassicurato da Zampa, mentre il broker lo convinceva «ad affidargli la gestione del proprio portafoglio di investimento», salvo poi sparire nel nulla. Il calciatore Stephan El Shaarawy invece ha ricevuto da Bochicchio alcune mail inoltrate da Zampa e relative all’esistenza di un conto corrente a lui intestato ma in realtà mai aperto. Per questo adesso le parti civili chiedono di «ricostruire compiutamente le movimentazioni di denaro intervenute» tra le aziende di Bochicchio e il denaro che da queste società è arrivato sui conti della moglie del broker. Continua quindi la battaglia legale dei vip che si sono spinti anche in Inghilterra, più precisamente a Londra dove la Kidman Asset Management ha la sede legale.