Le dimissioni di Carlo Fuortes da amministratore delegato della Rai dovevano far scattare il piano del governo per la “ristrutturazione” della tv di Stato, ma al memento non è cambiato nulla, anzi, si è creato un buco ai vertici della Rai con la casella dell’AD che non è stata ancora riempita.
Come riporta l’edizione odierna del La Stampa, nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, previsto nella giornata odierna, non c’è nessun riferimento alla Rai, nonostante il governo abbia spinto moltissimo per liberare la posizione di Fuortes, a cui era stata indicata la direzione del teatro San Carlo di Napoli, grazie a un decreto che fissa l’età pensionabile a 70 anni, di fatto costringendo Stephane Lissner, attuale Sovrintende del teatro napoletano, a lasciare.
Fatto sta che, nonostante Fuortes abbia presentato le dimissioni, nessun valzer delle poltrone è iniziato e questo dovrebbe esser rinviato alle prossime settimane visto che il ministro dell’Economia Giorgetti, il cui Ministero è l’azionista di riferimento della Rai, si appresta a un viaggio in Giappone. Secondo alcune voci interne all’azienda, il ministro ha voluto accorpare la questione Rai con quella delle nomine della Guardia di Finanza, anche solo per guadagnare tempo, visto che gli accordi all’interno del governo per quanto riguarda le nomine in Rai non è ancora stato chiuso.
Sul tavolo poi c’è il discorso Sanremo con l’Agcom, con cui ieri in Commissione di Vigilanza c’è stata un’audizione, da cui però non è uscita nessuna novità che riguardi il dossier dell’ultima edizione che l’autorità ha incarico da tempo, con tanto di multe da comminare e incongruenze da verificare, come il problema della pubblicità occulta e dei possibili mancati accordi con Meta e Instagram. In compenso si è affrontato il nodo di come misurare gli ascolti anche qualitativi e come mettere mano al regolamento di par condicio, perché non sia d’interesse solo in campagna elettorale.
