In casa Enel sono giorni di colloqui fitti e diversificati, ma con un unico grande obiettivo: raccogliere più consensi possibili per la propria lista che andrebbe a definire il board della compartecipata dello Stato, che ha espresso le proprie nomine con Paolo Scaroni, presidente del Milan, individuato come presidente.
Proprio il nome di Scaroni, come si è visto nelle scorse settimane, non ha suscitato grande entusiasmo nei mercati, anzi, con il titolo di Enel che ha vissuto giornate piuttosto negative. Proprio dal mercato arriva la lista del fondo Covalis, che indica come primo nome della propria lista Marco Mazzucchelli, banchiere di lungo corso.
Mazzucchelli ha parlato così all’edizione odierna de Il Corriere della Sera: «È necessario avere una visione più ampia. L’Enel è un campione dell’energia ma credo che abbia un potenziale inespresso. Mi spingo a dire che potrebbe valere il doppio. Da qui la decisione di proporre la nostra lista con l’idea di contribuire a una governance che possa esaltare la forza del gruppo».
La lista Covalis vuole manifestare la voce, non sempre ascoltata, degli investitori stranieri all’interno dell’Enel: «È una questione di governance e non di governo. Ci facciamo portavoce di un disagio, perché gli investitori internazionali che possiedono il 60% del capitale non sono mai stati veramente ascoltati, i fondi italiani hanno solo il 4% circa. Una società per la quale il mercato è un interlocutore necessario. Se guardiamo la lista del Mef, è composta da sei italiani, forse poco rappresentativi del grado di internazionalizzazione raggiunto in questi anni».
Covalis ha l’1% del capitale di Enel: «Consideriamo l’azienda una vera public company, nella quale era necessaria la presenza di più figure di mercato, che per il gruppo è un partner indispensabile. Basti solo pensare al ruolo che Enel ha in molti Paesi del mondo. Abbiamo parlato con l’Iss (che ha indicato di votare la lista di Assogestioni e alla presidenza Paolo Scaroni, ndr) e dopo poco tempo hanno pubblicato il documento con le indicazioni di voto di 36 pagine: rapida come analisi. Servirebbe un cambio culturale. Direi che non si sono soffermati abbastanza sulle questioni davvero importanti come l’Esg e la governance soprattutto».
Sulle strategie da adottare: «Servirebbe continuità, ma con un fine tuning per recuperare lo sconto a cui tratta Enel rispetto a Iberdrola. Forse in questi anni ha voluto fare un po’ troppe cose: è in America Latina, nell’Est Europa. Dovrebbe focalizzarsi soprattutto dove ha un’integrazione verticale, come Italia e Spagna, Paesi geograficamente strategici per la transizione energetica e destinatari anche del programma RepowerEU. Crediamo che sulla strada della sostenibilità, già imboccata dal gruppo, si possano fare molte cose nell’interesse del mercato e del Paese».
Sulle prossime mosse di Covalis per raccogliere consenso: «Stiamo parlando con molti investitori internazionali interessati ad ascoltare la nostra proposta. Il Ceo? È una prerogativa del nuovo board che dovrebbe fare una selezione interna ed esterna. Una volta insediato farebbe uno screening e nel giro di alcuni mesi ci sarebbe un Ceo condiviso. La scelta di presentare la lista è un buon esempio di democrazia societaria. Rientra tra i diritti di quei soci che hanno a cuore lo sviluppo delle aziende nelle quali investono. Comunque vada, avremo aperto una strada».