Continua a tenere banco in casa Agnelli la causa che vede al centro la grande eredità di Marella Caracciolo, vedova di Gianni Agnelli, intentata dalla figlia Margherita. Al momento si attende la decisione che riguarda la sede del dibattimento. Rimanere a Torino o procedere a uno spostamento in Svizzera. In ballo anche il tema di una sospensione in attesa del giudizio di un processo analogo sempre nel paese elvetico.
Come riporta l’edizione odierna di MF-Milano e Finanza, dopo l’udienza del 6 aprile la corte della seconda sezione civile di Torino si prenderà il tempo necessario, alcuni mesi secondo le stime dei legali, per emettere il provvedimento. Ma nel frattempo emergono alcuni dettaglia sul contenzioso, riportati dalla trasmissione della Rai, Report, andata in onda nella serata di lunedì 17 aprile. Si parte dalla questione dell’ultimo domicilio di Marella Caracciolo, che dovrebbe determinare la sede del processo: in Italia, dove p morta, o in Svizzera dove era residente ufficialmente.
La figlia Margherita, attraverso investigatori privati, ha portato ai giudici una ricostruzione dettagliata degli ultimi anni di vita della propria madre. Oltre alla pubblicazione di questa documentazione, la trasmissione Report, porta alla luce l’inventario completo dell’eredità di Marella, redatto da Urs von Gruningen, notaio di Gstaad nel cantone di Berna. Von Grüningen era l’uomo di fiducia di Marella e lo è dei suoi tre eredi, i fratelli John, Lapo e Ginevra, figli di Margherita e del primo marito Alain Elkann. Ma è anche il professionista che, in un’altra causa in Svizzera, Margherita ha chiesto al giudice di sostituire, e anche questo procedimento è tuttora in corso, per incaricarne uno a suo dire più indipendente.
Nella perizia redatta da Fabrizio Redaelli, consulente di Margherita, secondo la quale il valore delle quote riconducibili a Marella nella Dicembre, cioè nella società semplice alla base della galassia Agnelli-Elkann attraverso la Giovanni Agnelli Bv e poi Exor, ammontava a 4,6 miliardi al momento della morte, avvenuta il 23 febbraio 2019 a Torino dopo una lunga malattia.
Nell’inventario redatto dall’altra parte del contenzioso, quella che fa capo John, Lapo e Ginevra Elkann, e pubblicata da Report, si elencano tutti i beni in possesso di Marella che sono finiti solo ai 3 nipoti citati, visto che nel 2004 Margherita aveva rinunciato all’eredità del primo marito Gianni Agnelli e alla futura eredità della madre con un contratto di diritto svizzero in base al quale aveva ottenuto circa 1,3 miliardi di euro. E proprio questo accordo, adesso, viene contestato dalla stessa Margherita che vorrebbe che questo fosse reso non valido.
Dall’inventario emerge che Margherita chiede, fra l’altro la restituzione dei 7 milioni l’anno versati alla madre come mantenimento dal 2005 al 2019, per un totale di 98 milioni. A quesi si aggiungono i depositi per 6,6 milioni di franchi (il cambio attuale franchi-euro è sostanzialmente alla pari) in conti in Svizzera e in Liechtenstein. Nei beni ci sono anche gli immobili in Svizzera lasciati ai tre nipoti: ville e terreni a Lauenen e St. Moritz che a valore ufficiale, cioè fiscale, sono stimati in 16,8 milioni di franchi svizzeri ma che a mercato sono stati periziati per 67,1 milioni. Sugli immobili, comunque, ci sono 3 ipoteche presso il Credit Suisse del valore di 22,5 milioni di franchi.
Nell’inventario ci sono opere d’arte e gioielli che, insieme alle ville di St. Moritz, Marrakesh in Marocco, e Villar Perosa a Torino, hanno un valore assicurato pari a 59,8 milioni di sterline, che equivalgono a 78,9 milioni di franchi svizzeri, mentre il valore di mercato è di 54 milioni. Ma, come previsto in un intrigo da romanzo che si rispetti, c’è un giallo relativo ai quadri. Infatti, alcuni di essi, non si troverebbero più con Margherita determinata a rintracciarli. Fra le opere misteriosamente scomparse ci sono quelle di artisti famosi come Giacomo Balla, Giorgio De Chirico, Francis Bacon e Claude Monet.
Nelle stime ci sono anche 1,5 milioni di franchi, cifra che indica il valore del mobilio presente nelle varie ville, un trattore a rimorchio a Torino, il cui valore non è stato oggetto di perizia, una Jeep Renegade del 2018 stimata 10.600 franchi e una vecchia Panda del 2013, valore 1.726 franchi svizzeri.
Ma non c’è accordo nemmeno per quanto riguarda il valore dell’eredità. Infatti, per Margherita i beni di Marella varrebbero molto di più: solo gli immobili circa 120 milioni di euro. E poi c’è almeno mezzo miliardo di dollari (401 milioni di euro al cambio al momento del decesso) depositato in varie società offshore che la figlia fa risalire alla madre. Compresa, infine, la rendita di 30 milioni di dollari l’anno, secondo i calcoli di Margherita il patrimonio totale di sua madre ammonterebbe a poco più di 3 miliardi di euro.
Se i giudici decidessero che l’eredità toccherebbe, almeno una parte, anche a Margherita, per quest’ultima si aprirebbero le porte della Dicembre, e di conseguenza di tutta la galassia Exor, a meno che non gli venga riconosciuto un indennizzo miliardario per rimanere fuori dalle stanze del potere della famiglia Agnelli-Elkann.
Infine, secondo un parere che Report ha chiesto allo studio Escalar & Associati, escludendo gli anni ormai caduti in prescrizione, tra imposte dovute e sanzioni, per le quote nella Dicembre si potrebbero avere imposte da pagare per 170 milioni con sanzioni minime equivalenti per oltre 340 milioni. Per il resto dei beni si potrebbero recuperare imposte per 100 milioni più sanzioni, per un totale di 200 milioni. In caso di sanzioni massime, si arriverebbe a 650 milioni. Cifra ragguardevole, ma che fa poco effetto rispetto al valore dell’eredità lasciata da Marella Caracciolo che è al centro di un contenzioso che sembra lontano dall’essere risolto.