Date, firme e luoghi: i nodi dello scontro sull’eredità Agnelli

Nello scontro tra Margherita Agnelli e i tre figli, Ginevra, Lapo e John Elkann a proposito dell’eredità di Gianni Agnelli è finita anche la Dicembre, la società semplice creata dall’Avvocato…

Eredità Agnelli scontro Dicembre

Nello scontro tra Margherita Agnelli e i tre figli, Ginevra, Lapo e John Elkann a proposito dell’eredità di Gianni Agnelli è finita anche la Dicembre, la società semplice creata dall’Avvocato nel 1984 per custodire il tesoro di famiglia e gestire i 25,5 miliardi di patrimonio della holding Exor (che proprio oggi ha annunciato i risultati del bilancio 2022).

Oggi la Dicembre è nelle mani dei fratelli Elkann, ma la madre chiede di rimettere tutto in discussione. Sulla Dicembre – scrive Il Fatto Quotidiano – emergono molti dubbi: cessioni di quote senza firme certificate, incertezza sul luogo in cui sono state stipulate, pagamenti senza ricevuta bancaria, dichiarazioni alla Camera di Commercio tardive e parziali, iscrizioni e cancellazioni per vizi di forma, incongruenze nelle dichiarazioni all’Agenzia delle Entrate.

La trasmissione Report ha messo in fila una serie di documenti (alcuni inediti) a cominciare dagli assetti della società. John oggi possiede il 60% della Dicembre, il restante 40% è ripartito in parti uguali tra Lapo e Ginevra. Secondo una scrittura privata la nonna Marella aveva ceduto l’1,29% delle sue quote a John per 2,5 milioni di euro, e il 20% a testa a Lapo e Ginevra per 39,2 milioni ciascuno. Nei documenti che stabiliscono la cessione, però, non è indicato il luogo in cui fu firmato l’atto e, soprattutto, non c’è l’autentica delle firme.

Dopo il deposito degli atti, nell’estate 2021, il 7 gennaio 2022 il legale di Margherita Agnelli ha contestato la correttezza dell’iscrizione. I giudici del Tribunale di Torino gli hanno dato ragione: il 7 luglio successivo, con una sentenza (sino ad oggi inedita) è stata cancellata l’iscrizione della cessione delle quote, assieme ad altri atti non autenticati, perché privi dei requisiti formali necessari.

Report è entrata in possesso anche di un secondo documento inedito che attesta la cessione, mai depositato alla Camera di Commercio. È redatto presso il notaio di Ginevra Etienne Jeandin che questa volta certifica le firme. La “versione svizzera” dell’atto è stata depositata dagli avvocati degli Elkann nella causa principale del tribunale di Torino sull’eredità Agnelli, ma non è chiaro perché l’atto non sia stato prima inviato alla Camera di Commercio.

Un altro documento riguarda invece la modifica dell’oggetto sociale della Dicembre. Anche questo è privo dell’indicazione sul luogo in cui è stato redatto. Ma in calce, oltre alle firme di Marella Caracciolo e dei tre Elkann, ci sono quelle di Gianluigi Gabetti, consigliere di Gianni Agnelli, dell’avvocato Franzo Grande Stevens e della figlia Cristina oltre che di Cesare Ferrero, commercialista della famiglia.

Infine, un documento firmato a Torino che genera dubbi sulla cessione del 19 maggio 2004: il pagamento delle quote. Report è riuscito a scovare le ricevute delle tre operazioni che valgono in totale 80,9 milioni di euro. Il versamento avviene tramite la Gabriel Fiduciaria di Torino, allora guidata da Franzo Grande Stevens. Nonna e nipoti hanno tutti una posizione aperta con la fiduciaria che, a sua volta, si appoggia alla banca Pictet di Ginevra. Il movimento finanziario, dunque, avviene in Svizzera. Dal documento non si evince alcuna evidenza contabile del passaggio del denaro.

La questione fiscale. Qualche informazione in più sulla Dicembre la possedeva l’Agenzia delle Entrate. Da un’istruttoria emerge che Marella avrebbe posseduto la nuda proprietà e non l’usufrutto del 41,29% di Dicembre. L’esatto opposto di quanto disposto nel 2004. L’Agenzia ne ricavò che “il centro degli interessi” della signora “non fosse in Italia”, ma in Svizzera, dove era ufficialmente residente e pagava gran parte delle tasse su redditi e patrimoni. Un’interpretazione che ora Margherita vuole cancellare: in tribunale.