PSG, pronta un’offerta per comprare lo Stade de France

Il Paris Saint-Germain muove passi decisi verso una nuova “casa”. Se in origine l’idea del club parigino era quella di acquistare il Parco dei Principi, per ampliarlo e farne uno…

Perché la Francia non gioca allo Stade de France
(Foto: David Ramos/Getty Images)

Il Paris Saint-Germain muove passi decisi verso una nuova “casa”. Se in origine l’idea del club parigino era quella di acquistare il Parco dei Principi, per ampliarlo e farne uno stadio all’altezza dei migliori in Europa, le divergenze di vedute tra Nasser Al-kHelaifi e il sindaco della capitale francese sulla possibilità di una cessione dell’impianto hanno decisamente fatto cambiare rotta al club di gestione qatariota.

Secondo quanto riporta L’Equipe, ora tutta l’attenzione si è spostata sullo Stade de France, la cui attuale concessione scade nel 2025. Lo Stato, suo proprietario, ha indetto a inizio marzo due gare d’appalto: una per la concessione, una per l’acquisto definitivo. E stando al quotidiano francese, il PSG intende rispondere il 27 aprile (termine ultimo) presentando una proposta per l’acquisto della struttura a Saint-Denis.

La proposta sarà giudicata per il 70% sulla base della capacità finanziaria del candidato di poter acquisire lo stadio e per il restante 30% sulla sua capacità di gestirlo. Ci sarà poi un’altra fase se la candidatura del PSG andrà a buon fine. Se dovessero esserci più aspiranti all’acquisizione (FIFA, fondi di investimento, società di intrattenimento, ecc.), il PSG sarà l’unico a farsi avanti come club fruitore dell’impianto, ma non acquirente.

Il documento pubblicato dallo Stato indica alcuni precisi obblighi ai quali dovrà sottostare il futuro acquirente: «Mantenere la vocazione sportiva dello stadio per un periodo di venticinque anni; ospitare prioritariamente per un periodo di venticinque anni gli eventi organizzati dalla Federazione francese di rugby e dalla Federazione francese di calcio, nonché i principali eventi sportivi internazionali (Giochi olimpici, fasi finali degli Europei di calcio o rugby, Coppa del Mondo di calcio e di rugby…)», si legge.

Il PSG ha effettuato studi approfonditi del calendario e ne consegue che ospitare le partite di rugby, ma anche quelle della FFF, è compatibile con il proprio calendario per tutta la stagione. Infine, per essere venduto, lo Stade de France avrebbe bisogno di un passaggio legislativo. Nell’attuale contesto di sfiducia, potrebbe non essere ben percepito vedere un patrimonio nazionale, dove sono state scritte alcune delle pagine più belle dello sport francese.

Il PSG non ha la risposta ma se lo Stato lo mette in vendita è perché pensa di poter ottenere la maggioranza su questo tema. Resta per il club parigino il tema della capienza, perché gli 80.000 posti dello Stade de France sono 20.000 in più rispetto all’obiettivo iniziale della dirigenza. Si rischia di fare fatica a riempire la struttura per ogni match, da qui l’idea di ridurne la capienza a 70.000 posti in caso di acquisto.

Più in generale, il PSG potrà realizzare allo Stade de France dei lavori per renderlo un vero stadio di calcio, in particolare inclinando le tribune e avvicinandole al terreno di gioco. Lavori che si adatterebbero perfettamente alle indicazioni dello Stato, che parlando di «miglioramento della capienza degli spazi ricettivi (quantità, qualità e servizi) e della loro vicinanza al campo; miglioramento dei servizi per la collettività (comfort, servizi, ecc.); far avanzare le tribune verso il terreno di gioco».

Infine, scrive L’Equipe, il futuro proprietario si occuperà anche della gestione e manutenzione del nuovo collegamento autostradale tra l’impianto e il centro acquatico dei Giochi Olimpici del 2024. Per questo progetto, il PSG non esclude di affidarsi a un partner.