La FIGC pronta ad applicare il tetto alle commissioni agenti della FIFA

Lo scorso dicembre la FIFA ha introdotto un nuovo regolamento per gli agenti, spiegato ieri on line dallo stesso organismo mondiale nella giornata di ieri, che è valido dal 9…

Gravina EURO 2032 dossier
(Photo by Antonio Masiello/Getty Images)

Lo scorso dicembre la FIFA ha introdotto un nuovo regolamento per gli agenti, spiegato ieri on line dallo stesso organismo mondiale nella giornata di ieri, che è valido dal 9 gennaio, ma sarà a pieno regime dal prossimo 1 ottobre. Questa scelta è data dal fatto che sia gli agenti che le stesse federazioni nazionali devono adeguarsi alle nuove direttive.

Come riporta l’edizione odierna del La Gazzetta dello Sport, le novità principali riguardano le modalità dell’esercizio della professione e i nuovi limiti imposti alle commissioni e al potere degli agenti, senza dimenticare i vari ricorsi presentati da alcune associazioni di procuratori per stoppare sul nascere il nuovo regolamento.

Queste nuove norme forniscono una sponda importante a tutte quelle federazione, FIGC compresa, che volevano imporre un tetto alle commissioni riconosciute agli agenti. Ora che si ha un regolamento mondiale, e quindi i club italiani non sarebbero fra i pochi a dover sottostare a questa direttiva con conseguente perdita di competitività rispetto a club stranieri, la FIGC è pronto a recepire l’FFAR (l’acronimo per le nuove norme) della FIFA per i compensi e, se sarà possibile, anche quello per l’accesso alla professione. Da Zurigo è infatti partito l’input alle singole associazioni «di implementare e rinforzare il regolamento degli agenti a partire dal 30 settembre»

Emilio Garcia Silvero, capo dell’ufficio legale della FIFA, ha sottolineato come il FFAR «porterà benefici a tutti: procuratori, giocatori, club, allenatori, società e federazioni. Ci sarà una camera di risoluzione per le dispute a livello internazionale e saranno evitati i conflitti d’interesse proibendo alla stessa persona di operare per tutte le parti in causa in una trattativa. Ogni pagamento dovrà inoltre passare dalla Clearing House per garantire trasparenza finanziaria e per mettere un tetto alle commissioni».

La FIFA ha come obiettivo principale quello di evitare che grosse somme di denaro, come è successo spesso negli ultimi anni, escano dal mondo del calcio e finiscano sui conti correnti degli intermediari, che ovviamente non investono direttamente nel sistema, come farebbero le società. Ma cosa cambia con le nuove regole?

Chi vorrà partecipare a un trasferimento internazionale dovrà essere iscritto alla nuova piattaforma degli agenti creata dal governo mondiale del calcio. Se non avrà i requisiti (agente Fifa prima del 2015 oppure iscritto al registro degli intermediari dall’aprile 2015 al dicembre 2022), dovrà sostenere un esame on line. La prima sessione (20 domande a risposta multipla in un’ora; tre lingue possibili: inglese, spagnolo e francese) è in programma il 19 aprile, la seconda il 20 settembre. L’iscrizione annuale costerà 600 dollari, ma prima del via libera ci sarà un controllo sulla fedina penale degli aspiranti agenti: professione vietata, oltre che a calciatori, tecnici e dirigenti in attività, a coloro che si sono resi protagonisti di riciclaggio di denaro o corruzione.

Anche in caso di abilitazione ottenuta, ogni anno sarà necessario sostenere dei corsi di aggiornamento. A fine marzo alla FIFA erano arrivate 7.583 richieste per ottenere la licenza. Gli agenti potranno rappresentare i calciatori e gli allenatori o fare da intermediari per uno dei due club coinvolti in un affare. Per chi infrangerà il regolamento (per esempio, vietato a due procuratori della stessa agenzia di lavorare alla stessa operazione) previste sospensioni della licenza fino a 2 anni.

Norme più restrittive sono state introdotte per quanto riguarda la rappresentazione di minorenni, che sono stati al centro di diverse sentenze di condanna con sospensione del mercato per alcuni club. Ora, si potranno prendere in procura i calciatori under 18 solo 6 mesi prima di firmare il primo contratto (15 o 16 anni a seconda del Paese).