Giocatori stufi e ambiente “tossico”: i perché dell'addio Conte-Tottenham

Perché Conte ha lasciato il Tottenham? Antonio Conte e il Tottenham hanno deciso di proseguire per strade diverse, attraverso una rescissione contrattuale, con la comunicazione ufficiale che è arrivata…

De Laurentiis offerta Conte
(Foto: ADRIAN DENNIS/AFP via Getty Images)

Perché Conte ha lasciato il Tottenham? Antonio Conte e il Tottenham hanno deciso di proseguire per strade diverse, attraverso una rescissione contrattuale, con la comunicazione ufficiale che è arrivata nella serata di domenica. A prendere il suo posto Cristian Stellini, il suo secondo, che sarà affiancato da Ryan Mason per il resto della stagione.

Ma cosa ha portato alla decisione di terminare il rapporto quando mancano due mesi dalla fine della Premier League con l’obiettivo degli Spurs di entrare nelle prime 4 della classifica per poter disputare la prossima Champions League?

Come riporta il sito inglese The Athletic, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la conferenza stampa rilasciata da Conte dopo la rimonta subita in casa del Southampton, che ha trovato il gol del pareggio al minuto 93 nell’ultima partita prima della pausa per le nazionali. In quella occasione il tecnico italiano ha puntato il dito contro i suoi calciatori, definendoli egoisti e accusandoli di giocare solo per sé stessi.

Ma i malumori fra l’ex commissario tecnico della Nazionale e il presidente Levy erano già iniziati da tempo, nonostante Conte abbia risollevato le sorti della squadra, ormai scarica dopo la gestione di Mauricio Pochettino che culminò con la finale di Champions League. Conte ha dato vita a un ottimo percorso iniziato a novembre 2021 e concluso al quarto posto, piazzamento per il quale gli Spurs sono in lotta anche quest’anno.

Perché Conte ha lasciato il Tottenham? Le aspettative per la nuova stagione

Proprio sulla qualificazione alla Champions di quest’anno, competizione poi terminata con l’eliminazione agli ottavi di finale per mano del Milan, in casa Tottenham si sperava di vivere una stagione (quella attuale) da protagonisti contando sul lavoro di Conte in fase di preparazione e investendo molte risorse economiche in sede di mercato estivo. Ma l’illusione è durata poche settimane con il rapporto fra guida tecnica e società che ha iniziato così a deteriorarsi.

E a lungo andare, nonostante l’opera di mediazione del direttore sportivo Fabio Paratici, anche il rapporto fra Conte e lo spogliatoio ha iniziato a incrinarsi con diversi giocatori stufi delle parole del tecnico contro la società e la squadra e dei suoi allenamenti giudicati monotoni e le sue tattiche troppo schematiche. “Tossico” e “marcio” sono le parole usate da qualche componente della squadra per descrivere il rapporto fra i giocatori e il loro allenatore con un clima dentro lo spogliatoio ben peggiore rispetto agli ultimi e pesanti giorni sotto la gestione José Mourinho.

L’approccio di Conte con il mondo Tottenham era stato fin da subito duro e rigido, ma la società inglese lo aveva scelto per quello, sperando che sotto gli ordini di un uomo di ferro un club ben attrezzato e con una squadra formata da ottimi calciatori potesse finalmente centrare la vittoria di qualche trofeo. Per prima cosa sono stati tolti dal centro sportivo cibi non ritenuti salutari dal tecnico italiano, rimasto scandalizzato quando ha visto un suo giocatore mangiare nachos all’interno del centro di allenamento.

La partenza è stata ottima e calciatori che sembravano aver dato il meglio in carriera, vedasi Son e Kane, erano tornati scattanti e decisivi in campo come nell’epoca d’oro sotto la gestione Pochettino. Ma a Conte non bastava e non si risparmiava di sottolinearlo ogni qual volta le cose non andavano per il verso giusto, battendo sempre sullo stesso tasto: servono calciatori nuovi.

Perché Conte ha lasciato il Tottenham? Una politica lontana da quella del City

La politica del Tottenham e del suo presidente Levy non è mai stata quella di seguire le orme del Manchester City, nonostante acquisti comunque costosi e le prime frizioni con Conte in sede di mercato arrivano nella finestra invernale 2022: Conte voleva Adama Traoré come esterno, Levy non era convinto, Traoré invece è andato al Barcellona. Alla fine, ci è voluta l’esperienza di Paratici per colmare le due visioni di Conte e Levy.

Al termine della finestra di gennaio ha ottenuto Dejan Kulusevski in prestito di 18 mesi e Rodrigo Bentancur per 19 milioni di euro, più 6 milioni di euro in eventuali aggiunte. Entrambi sono entrati subito in squadra ed è stata una svolta per l’era Conte. La prima partita che Bentancur e Kulusevski hanno iniziato insieme è stata la vittoria per 3-2 in casa del Manchester City, che ha lanciato la grande spinta degli Spurs per il quarto posto.

Ma nonostante questo, a mercato chiuso Conte ha rilasciato un’intervista a Sky Italia definendo il mercato del Tottenham non “facile” e sottolineando come abbia perso 4 calciatori e gliene siano arrivati solo 2. Parole non gradite dal club che vietò all’epoca al tecnico di rilasciare ulteriori interviste a emittenti italiane.

Nonostante i malumori di Conte, il Tottenham si è reso protagonista di una grande seconda parte di stagione, grazie anche all’ottimo contributo di Kulusevski e Bentancur che sono entrati fin da subito nei meccanismi di Conte che rendono di nuovo gli Spurs una delle grandi di Inghilterra. Ma le voci sul futuro di Conte non si sono fermate con il tecnico italiano spesso accostato a panchine prestigiose come quelle del Real Madrid o del PSG. Alla fine Conte è rimasto al Tottenham e si è preparato ad affrontare la sua prima stagione, quella attuale, dall’inizio con gli Spurs.

Perché Conte ha lasciato il Tottenham? Le nuove tensioni

A mettere subito tensione fra le parti è stato però ancora una volta il mercato con la visione di Conte che è dovuta scendere a patti con quella del club di Levy, che comunque ha cercato di accontentare il proprio allenatore sfruttando un aumento di capitale da 150 milioni di sterline. Sono arrivati così Perisic a parametro zero dall’Inter, Richarlison per 50 milioni di sterline e Yves Bissouma per 25 milioni.

Nessuna manifestazione di gioia pubblica per Conte, che ha convinto il club a non portare in tourneé 4 calciatori non più considerati utili per il progetto tecnico, cosa mai fatta prima dal Tottenham. Ma le richieste di Conte non erano state ancora esaudite in toto: mancava un centrale difensivo sinistro di qualità (come Alessandro Bastoni, un altro suo calciatore ai tempi dell’Inter), ruolo poi coperto con l’arrivo in prestito di Clement Lenglet. Voleva un terzino destro di livello mondiale , con il sogno Hakimi (impossibile da realizzare) ed è arrivato alla fine Djed Spence, che Conte ha definito subito una scelta del club e non sua.

Il Tottenham alla fine ha acquisito 6 giocatori la scorsa estate (più Destiny Udogie, che è rimasto tuttavia in prestito all’Udinese). Gli Spurs hanno iniziato la stagione in modo abbastanza solido, ma il gioco che si era ammirato nella seconda parte di stagione precedente non c’era più con risultati altalenanti che passavano da nette sconfitte a vittorie senza storia.

Perché Conte ha lasciato il Tottenham? La pausa per i Mondiali in Qatar

Poi la pausa per i Mondiali con il Tottenham al quarto posto e l’accesso agli ottavi di Champions League dopo la vittoria del proprio girone, non di certo uno dei più difficili con Eintracht Francoforte, Sporting Lisbona e Marsiglia. A una stagione già difficile da organizzare per il Mondiale in Qatar in pieno inverno, per Conte si è palesato anche il problema infortuni. Kulusevski, Son e Lloris, per citarne solo tre, sono rimasti fuori per diverse settimane e anche quando i primi due sono rientrati non hanno più mostrato la brillantezza precedente. Ma anche i calciatori che non hanno avuto noie fisiche hanno perso quella condizione atletica perfetta che è sempre stato un punto di forza delle squadre del tecnico salentino.

Qui sono iniziati anche i malumori dei calciatori per i metodi di allenamento troppo duri usati da Conte con alcuni di essi che non capiscono bene cosa gli venga chiesto dal proprio allenatore e cosa debbano portare in campo poi nel fine settimana. Ad aleggiare su tutto questo lo spettro del rinnovo di contratto.

I colloqui sono iniziati prima della Coppa del Mondo e, allora, c’era fiducia nel club di poter garantire il futuro di Conte. Gli incontri fra le parti sono ripresi il 12 dicembre, ma a questo punto le idee dell’allenatore erano già vicine a un addio. Conte non voleva firmare un nuovo accordo e legarsi a un futuro a lungo termine agli Spurs. Voleva solo concludere la stagione al massimo per considerare finito il suo ciclo al Tottenham lasciando una buona impressione del lavoro svolto.

L’incertezza sul suo futuro, un clima non più sereno all’interno dello spogliatoio e i rapporti ormai deteriorati con i calciatori e il club, hanno tuttavia fatto propendere per la decisione di non continuare insieme, con Conte che ora potrebbe rilanciarsi in un altro club, magari in Italia, dove sembra già essere partita la corsa di diversi club per assicurarsi l’ex tecnico di Inter e Juventus.