Si è arrivati alla resa dei conti per il progetto MilanoSesto, il più grande piano di rinascita urbana d’Italia, uno dei maggiori in Europa, che vede la riqualificazione dell’immensa area dove sorgevano una volta le acciaierie Falck di Sesto San Giovanni (tra le zone valutate dal Milan per la costruzione del nuovo stadio), dismesse dal 1996 e che avrà un impatto economico stimato in circa 3 miliardi di euro. Ma serve un’operazione di mediazione per riportare tutti gli attori a remare dalla stessa parte.
Come riporta L’Economia de Il Corriere della Sera, il piano iniziale di MilanoSesto prevedeva la gestione di un progressivo sviluppo di aree residenziali, spazi commerciali, uffici e servizi. Il masterplan prevedeva la rivisitazione dell’area a partire dalla divisione in due lotti. Il primo si chiama «Unione Zero», mentre il secondo rappresenta il cuore del progetto con al centro il tema dei servizi. La prima fase ha preso avvio nella seconda metà del 2021 e voleva realizzare una grande area residenziale. Il tutto all’insegna della sostenibilità. La seconda fase vedeva la costruzione della Città Salute e della Ricerca.
Il progetto MilanoSesto vede coinvolti due colossi del settore bancario italiano come Intesa Sanpaolo e Unicredit che possono contare anche sul supporto di BancoBpm e Ifis che insieme hanno aperto una linea di credito da circa un miliardo di euro. Tra gli sviluppatori del progetto, di caratura mondiale, c’è la statunitense Hines, che opera in 25 paesi e con oltre 144 miliardi di dollari di asset in gestione. Questo colosso per MilanoSesto ha stretto un accordo con Cale Street, società immobiliare sostenuta dal Kuwait Investment Office.
Il gruppo americano ha siglato una partnership industriale anche con Prelios, gruppo leader in Italia nei servizi immobiliari e nella gestione dei crediti deteriorati. Proprio Prelios ha una partnership con la stessa Intesa Sanpaolo, che quindi è legata a un doppio filo nel progetto MilanoSesto, che prevede anche la costruzione della torre a uso direzionale dove la banca sposterà parte dei suoi uffici grazie a un’offerta da 100 milioni.
Ma quando tutto sembrava procedere per il meglio ecco che il ritardo dei lavori, per via della pandemia, e l’innalzamento dei costi delle materie prime hanno fatto slittare il progetto. In questa situazione si è infilata una nuova cordata composta da Coima, famosa per lo sviluppo del quartiere Porta Nuova, e Redo, fondo promosso da Fondazione Cariplo.
La risposta da parte di Hines e Prelios non si è fatta attendere. «In relazione a quanto apparso sulla stampa — si è letto in una nota congiunta — Hines e Prelios, che hanno ricevuto un’offerta di acquisto da parte di Coima e Redo, precisano che il progetto MilanoSesto non è in vendita. Stupisce che sia pervenuta un’offerta, senza alcuna base seria meritevole di approfondimento e senza alcuna possibilità di trovare un riscontro se non nel fermo diniego».
Ma la questione non ha visto la parola fine, visto che a fine gennaio sono scaduti i finanziamenti avviati nel 2019, con Intesa che ha garantito circa 900 milioni (di cui 300 già svalutati) UniCredit circa 70 milioni, BancoBpm 50 milioni e Ifis 10, quindi ora servono nuove risorse. E a questo punto entra in scena la necessità di sedersi attorno a un tavolo e ritrovare il clima sereno dell’inizio, visto che uno scontro che protragga ancora di più i tempi non conviene proprio a nessuno.
Secondo alcuni osservatori, servirà rivedere la struttura dei finanziamenti e dell’impianto di crescita, magari con la vendita di singoli lotti a investitori internazionali. Nelle intenzioni di chi vuole mettere in discussione il piano, la “nuova MilanoSesto” dovrebbe essere connotata dallo sviluppo dell’housing sociale. Tema fondamentale anche per Intesa. Certo non è in discussione il nodo centrale dell’ex area Falck che sarà la Città della Salute e Ricerca, progetto fortemente voluto dalla Regione Lombardia, con le sedi dell’Istituto neurologico Besta e dell’Istituto dei Tumori e un centro di formazione, insieme a un campus di ricerca Vita Salute del San Raffaele.
La sfida è sul tavolo con tutti gli attori in scena che devono trovare una perfetta sintesi per sbloccare un’area strategica a livello locale e nazionale, oltre a essere centrale per i fondi del Pnrr.