Continuano a muoversi le diverse Procure a cui la Procura di Torino ha trasmesso gli atti dell’inchiesta Prisma per quanto riguarda le operazioni sospette che hanno coinvolto la Juventus e diversi altri club. Dopo l’apertura di indagini da parte della Procura di Genova e di Cagliari, come riportato dalla Gazzetta dello Sport ora è il turno della Procura di Bologna, che vuole accendere la luce sul trasferimento di Riccardo Orsolini dai bianconeri al Bologna per 15 milioni di euro. E sulla stessa operazione si è mossa anche la Procura FIGC, che avrebbe inviato anche ispettori a Casteldebole.
Come spiegato dal quotidiano, l’indagine nascerebbe dal ritrovamento di una carta mai depositata né in Lega né in Figc, in base alla quale la Juventus avrebbe potuto sfruttare un diritto di recompra per 26 milioni nel luglio 2020 e per 30 milioni nel luglio 2021, oltre alla possibilità di pareggiare ogni offerta futura in caso di addio del giocatore al Bologna. In casa rossoblù si dicono tranquilli, visto che si tratterebbe di un foglio non firmato e senza alcun valore legale.
Una posizione sostanzialmente identica a quella della Juventus, che nella semestrale ha specificato: «Nell’ambito di tale documentazione, sono stati oggetto di specifica attenzione alcuni “promemoria” o “memorandum”, risalenti agli anni 2018, 2019 e 2020, attinenti a possibili operazioni di calciomercato con alcuni altri club», si legge.
«I consulenti, a esito delle proprie analisi su tali documenti, ne hanno accertato la radicale irrilevanza ed inesistenza sotto il profilo giuridico, sia per l’ordinamento sportivo che per quello statuale. Pertanto, sotto il profilo contabile, i suddetti documenti non rappresentano “contratti” ai sensi del principio contabile IFRS 15, poiché il principio citato attribuisce rilevanza contabile esclusivamente a quegli accordi che sono idonei a generare diritti e obbligazioni esigibili tra le parti (“enforceable rights and obligations”)».