Stipendi di Stato: 886 scatole vuote per arricchire i CdA

L’ultimo carrozzone è stato rimesso in vita dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: la società Stretto di Messina SpA nata nel 1981 e che negli ultimi anni ha avuto zero…

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L’ultimo carrozzone è stato rimesso in vita dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: la società Stretto di Messina SpA nata nel 1981 e che negli ultimi anni ha avuto zero dipendenti ma ha pagato un liquidatore e una manciata di consulenti e revisori dei conti vari. L’obiettivo è, come sempre, quello molto complicato di realizzare il Ponte per unire Sicilia e Calabria.

Nel frattempo – scrive La Repubblica – si crea la scatola vuota, che si va a sommare alle 886 società pubbliche controllate da ministeri, Regioni, Comuni ed enti vari che hanno più amministratori che dipendenti. Alcune di queste non hanno nemmeno un addetto ma pagano componenti di CdA, revisori dei conti ed esperti.

Si va dalla società che gestisce un aeroporto turistico per pochi intimi all’ente che dal 1979 andrebbe chiuso e che invece continua a restare in piedi malconcio. E ancora consorzi di Comuni che servono ad organizzare qualche sagra, ma anche una miriade di sigle sconosciute ai più e di cui si sono dimenticati in alcuni casi anche gli enti controllanti.

I numeri delle scatole vuote di Stato li ha messi nero su bianco l’ultima relazione del Servizio di controllo parlamentare della Camera sulla galassia delle società pubbliche. Si legge nel dossier: «Su un totale di 3.240 società partecipate, 886 società, pari al 27,35%, risultano prive di dipendenti (559) o con un numero di dipendenti inferiore al numero degli amministratori (327)».

Il valore del patrimonio amministrato di queste società si aggira intorno al miliardo di euro (ma non produce alcun valore aggiunto), i costi vari si stimano intorno ai 100 milioni di euro e solo per gli emolumenti la spesa è di circa 9 milioni.

Il record appartiene all’Eipli, l’Ente nazionale per l’irrigazione e la trasformazione fondiaria di Potenza ma con sedi anche in Campania e Puglia: messo in liquidazione nel lontano 1979 è stato salvato e prorogato grazie a 31 decreti ministeriali. E ancora ha in capo un amministratore con compenso da 50mila euro all’anno.

Nella galassia delle controllate con più amministratori che dipendenti c’è poi l’aeroporto Duca d’Aosta di Gorizia: una striscia di terra dove atterrano solo aerei da turismo, con un hangar che ospita 15 piccoli aerei privati. In compenso ci sono tre componenti di CdA e sei componenti del collegio sindacale. Insomma, c’è di tutto tra le attività delle controllate pubbliche: pesce, grano, auto. E poco importa – evidentemente – che di queste oltre 200 siano in perdita.