Intorno allo Stade de France, impianto usato per le partite della nazionale francese, sia di calcio che di rugby, si discute molto della possibilità di cedere il suo controllo, che ora è in mano al Governo francese. Nelle ultime settimane la proprietà qatariota del PSG si era interessata molto allo stadio, viste le difficoltà di acquisire il Parco dei Principi dal comune di Parigi per poterlo ampliare.
Come fanno sapere dalla Francia, il governo non ha escluso a priori l’ingresso di un investitore straniero per lo Stade de France nell’ottica di trovare o un nuovo proprietario o un concessionario a partire da luglio del 2025, quando partirà il nuovo accordo di locazione. In questa ottica lo stato ha avviato due procedure la scorsa settimana, una di vendita e una in concessione.
Dal 1995 un consorzio formato dai due colossi francesi dell’edilizia Vinci e Bouygues, quest’ultimo per un terzo, gestisce lo stadio realizzato per la Coppa del Mondo del 1998. Il prezzo dello Stade de France è stimato in 647 milioni di euro lordi, secondo il conto di stato del 2021.
Nelle scorse settimane, il Paris Saint Germain, di proprietà del Qatar Sports Investements, aveva fatto sapere di essere interessato a far partire dei colloqui con gli enti competenti per l’acquisizione dello Stade de France. Il ministro per lo Sport e per le Olimpiadi di Parigi 2026, Amelie Oudea-Castera, non si è pronunciata sulla possibilità che un’emblema nazionale, così definito da un parlamentare francese, possa essere venduto dalla Francia a un altro stato straniero.
Durante una interrogazione parlamentare, il ministro ha dichiarato: «Se dovesse esistere un soggetto che soddisfi le condizioni di tutela, che nell’ambito di un trasferimento sarebbero comunque fissate dalla legge, o se questo investitore straniero dovesse partecipare a un gruppo di operatori, non c’è motivo di respingerlo a priori e in linea di principio. Lo Stato cerca il miglior progetto a lungo termine».
«Ovviamente – ha proseguito – bisognerà mantenere la vocazione sportiva dello stadio, preservando gli interessi economici e finanziari dello stato. La federazione rugby? Ogni ente è libero di candidarsi per gestire l’impianto o di associarsi a un candidato. Inoltre sono liberi di negoziare le condizioni di utilizzo dell’impianto. Ciò che è importante è che possano scambiare con tutti i candidati, nel rispetto della correttezza e della legge sulla concorrenza, le loro opinioni e considerazioni».
Lo stato francese ha pubblicato i due bandi di gara il 7 marzo con data di presentazione delle manifestazioni di interesse al 27 aprile. Secondo quanto riferisce l’Agenzia di stampa France-Presse, il bando prevede tra le condizioni “la necessità di realizzare una base minima di lavori”, in particolare “biglietteria e controllo accessi ai gate, varchi di accesso, recinzioni, informazioni al pubblico ai vari ingressi, ridondanza informatica, archiviazione videosorvegliata”. Le offerte presentate, sia per la cessione che per una concessione, saranno studiate nel 2024, per una probabile aggiudicazione nel 2025.